mercoledì 8 luglio 2009

Crescono le voci sull’espulsione dell’Italia dai G8 mentre i piani del vertice sprofondano nel caos

Traduzione da un'articolo apparso sul "The Guardian" lunedì 6 luglio.

Mentre gli Stati Uniti cercano di essere propositivi riguardo al vertice, l’Italia viene criticata per la mancanza di organizzazione e per aver disatteso gli impegni per gli aiuti ai paesi poveri.

Stando a quanto sostengono alti funzionari di Paesi occidentali, i preparativi per il G8 che si terrà nella città de l’Aquila mercoledì prossimo sono stati talmente caotici da far crescere le pressioni degli altri Stati membri per espellere l’Italia dal gruppo. Nelle ultime settimane precedenti al vertice, in mancanza di iniziative significative per definire l’ordine del giorno, gli Stati Uniti sono subentrati organizzando i cosiddetti sherpa calls (teleconferenze tra alti funzionari) in un estremo tentativo di dare un senso al vertice.

“L’organizzazione di sherpa calls da parte di un altro Paese è senza precedenti. È una sorta di ‘opzione nucleare’”, ha affermato un alto funzionario di uno stato membro dei G8. “Gli italiani sono stati semplicemente terribili. Non ci sono stati né programmi né piani”. “Il G8 è un club e i membri del club hanno precisi doveri, che l’Italia ha disatteso”, ha dichiarato un funzionario europeo coinvolto nell’organizzazione.

Voci di corridoio sembrano ventilare l’ipotesi di un’espulsione dell’Italia dal G8 o da qualsiasi altro gruppo che dovesse succedergli. Aleggia tra le capitali europee il nome della Spagna, che potrebbe sostituire l’Italia, un paese con un reddito pro-capite più elevato ed una maggiore percentuale del PIL destinata agli aiuti.

Ieri il Ministro degli Esteri italiano non ha replicato a chi chiedeva di commentare tali critiche. “I preparativi italiani per il vertice sono stati caotici dall’inizio alla fine” ha affermato Richard Gowan, analista presso il Centro per la Cooperazione Iinternazionale della New York University. “Gli italiani sin da gennaio andavano dicendo di non avere una visione chiara del vertice e che avrebbero volentieri accettato istruzioni dagli americani, qualora l’amministrazione Obama avesse avuto qualsiasi idea”.

Gli incontri guidati dagli Stati Uniti sono sfociati in un accordo su un’iniziativa relativa alla sicurezza alimentare alcuni giorni prima del vertice de L’Aquila, la cui portata deve essere ancora negoziata. Gordon Brown ha dichiarato che il Regno Unito contribuirà con 1.1 miliardi di sterline al progetto, finalizzato all’aiuto degli agricoltori nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, i funzionari che hanno visionato il resto della dichiarazione congiunta affermano che vi sono pochi elementi di novità. I critici sostengono che il governo Berlusconi ha compensato questa mancanza di sostanza allungando la lista degli invitati. Secondo alcune stime i Capi di Stato e di Governo che arriveranno a L’Aquila andranno dai 39 ai 44.

“Si tratta di una burla gigantesca”, ha sentenziato Gowan. “Gli italiani non hanno idee e hanno deciso che la cosa migliore da fare è quella di spalmare l’ordine del giorno in modo così sottile da nascondere il fatto di non averne alcuno”.

Silvio Berlusconi è stato pesantemente criticato per aver disatteso le promesse sugli aiuti allo sviluppo fatte quattro anni fa, stanziandone solo il 3%, e per aver pianificato tagli per oltre il 50% del budget riservato agli aiuti per l’estero.

Nel frattempo, le pagine dei giornali si sono riempite di notizie sulle feste di Berlusconi con giovani donne, seguite da lodi alla saggezza per aver deciso di organizzare il vertice in una regione sconvolta dalle scosse di assestamento tre mesi dopo un terremoto devastante, come gesto di solidarietà nei confronti della popolazione locale.

Le pesanti critiche rivolte all’Italia giungono in un momento in cui il futuro del G8 come forum destinato a fronteggiare i problemi del mondo è fortemente messo in discussione. All’inizio dell’anno il G20, che include anche le economie emergenti, era stato identificato come un possibile sostituto. Tuttavia durante il G20 di Londra, che si è tenuto ad aprile, il vertice è apparso come uno strumento troppo ingombrante per i funzionari statunitensi.

Il possibile sostituto per il G8 sembra essere con ogni probabilità tra i 13-16 paesi forti (inclusi quelli emergenti come la Cina, l’India, il Brasile, il Messico e il Sud Africa) che attualmente partecipano agli incontri come gli “outreach five” (“i cinque emergenti”). Ma qualsiasi transizione sarebbe dolorosa poiché i Paesi farebbero a gara per la poltrona.

L’espulsione dell’Italia è vista come possibile, ma l’entrata della Spagna al suo posto sembra alquanto improbabile. Gli Stati Uniti e le economie emergenti già considerano il gruppo esistente come troppo euro-centrico e preferirebbero una rappresentanza UE unificata. Molto improbabile, dato che nessuno Stato europeo vuole cedere il posto.

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