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lunedì 7 novembre 2011

...Sempre più spappolato


Se la scorsa settimana pensavate che il cervello degli italiani fosse completamente spappolato, cosa ne dite di questa??

BOX-OFFICE ITALIA 4 - 6 novembre 2011

mercoledì 2 novembre 2011

Cervello spappolato


E' ufficiale, il cervello degli italiani è sempre più putrefatto, lo testimonia il box-office di questo fine settimana.... per fortuna Sorrentino resiste ancora, ma vedere un tale divario tra l'accoppiata Spielberg&Jackson, e la solita commediola inutile italiana mette tristezza....

BOX OFFICE WEEK-END

domenica 9 ottobre 2011

"Film italiani senza coraggio"


Come dare torto a Paolo Sorrentino? In attesa dell'uscita italiana del suo ultimo film "This must be the place", il regista si concede ai giornalisti e fa capire come il cinema italiano manchi di coraggio. In effetti se guardiamo i film usciti negli ultimi 5 anni (e forse di più), non troviamo molta varietà. Tra cinepanettoni, commedie e commediole quasi tutte uguali, e film falsamente d'autore (più noiosi che altro), non c'è molto da stare allegri, anzi mi verrebbe da dire che proprio Sorrentino è l'unico regista originale o che, per lo meno, prova a differenziarsi dalla massa. Se Muccino ha lasciato un lavoro a metà, ma quasi preconfezionato, speriamo che il regista napoletano abbia più fortuna.
Riporto alcune dichiarazioni rilasciate:

"C'è poca concorrenza. Si è creato un oligopolio che appiattisce la produzione. C'è tanta paura nel provare a fare qualcosa di diverso, anche perché girare un film costa tanto".

"In Italia c'è un panorama molto attraente. Basta aprire un giornale e la cronaca o la politica ti offrono un sacco di spunti. I personaggi più interessanti alla fine sono quelli che fanno cose malsane al Paese e da noi, purtroppo, ce ne sono tanti".

Ripeto, come dargli torto?

giovedì 6 ottobre 2011

Il genio di Apple ci saluta.


La Apple saluta il suo genio dalla sua Home Page con queste parole:
"Apple ha perso un genio visionario e creativo, e il mondo ha perso una persona straordinaria. Chi di noi ha avuto la fortuna di conoscere Steve e lavorare con lui ha perso un amico, una guida, una fonte di ispirazioe.Steve lascia un'azienda che solo lui avrebbe potuto costruire,
e il suo spirito resterà per sempre lo spirito Apple."

lunedì 12 settembre 2011

Un nuovo inizio



Dopo una lunga pausa, è giunto il momento di ritornare ad affollare le sale, ma anche il blog.
La 68^ Mostra di Venezia (appena conclusasi), ha portato in dote una buona dose di film interessanti, anzi rispetto agli anni scorsi sembra addirittura aumentata la qualità. Speriamo che la maggior parte di essi arrivi nelle nostre sale e che, soprattutto, non ci sia la solita distribuzione fallace.
Purtroppo, da questo punto di vista, le premesse non sono buone. Vi anticipo che ieri ho visto "Super 8" arrivato con grosso ritardo in Italia, distribuito e pubblicizzato male al cospetto del filmaccio di Ezio Greggio "Box Office 3D"....
Speriamo comunque bene. Io incrocio le dita.

martedì 31 maggio 2011

The Tree of Life


Titolo Originale: The Tree of Life
Titolo Italiano: Id.
Regia:
Terrence Malick Terrence Malick
Durata: 139'
Anno: 2011
Interpreti:

Trama: Dopo la morte di suo fratello minore, Jack si prepara a incontrare dopo molti anni suo padre, con cui da bambino aveva un rapporto conflittuale. L'evento doloroso sarà l'occasione, per l'uomo, per una riflessione sulla sua vita, sulla sua storia familiare e, più in generale, sul senso e lo scopo ultimo dell'esistenza.


Scrivere una recensione/commento su un film come "The Tree of Life" è impresa ardua, e la tentazione di fare un copia e incolla da qualche sito è stata forte. Ma alla fine ho deciso di buttare giù qualche riflessione.
Chi segue il cinema attivamente, sa che Terrence Malick o si ama o si odia, e questo non solo a livello di pubblico, ma anche critico e gli applausi misti ai fischi di Cannes ne sono stata una dimostrazione. Che poi alla fine abbia trionfato con la Palma d'oro è un altro discorso. C'è chi lo esalta e chi lo considera presuntuoso nelle sue solennità visive e riflessive, ma certo non si può dire che il suo cinema sia collocabile in qualche schema precostituito, e forse questo utilizzo "anarchico", diverso e originale del mezzo cinematografo, non trova facilmente terreno fertile anche per la velocità e il senso poco riflessivo dei film odierni.


Malick non ha fretta, sa che una riflessione, un pensiero, non può essere sviscerato in poco tempo e in fretta. Questo è un concetto che lo spettatore deve avere chiaro fin da subito se non si vuole ritrovare a dire "che film palloso", "è lento e noioso", già dopo cinque minuti. Chi cerca lo svago in una sal buia deve guardare altrove, qui c'è spazio sia per gli occhi (immagini visivamente superlative), sia per la testa.
Per quanto mi riguarda mi schiero nella prima fascia critica, ho adorato "La Sottile Linea Rossa" e amato "Il Nuovo Mondo", senza dimenticare i due film degli esordi "La Rabbia Giovane" e "I Giorni del Cielo".
Inanzitutto "The Tree of Life" è un film complesso, e necessita di più visioni per essere assimilato (e ben pochi ci riusciranno del tutto), il regista ci parla di natura, religione, Dio, la famiglia vista dal punto femminile, maschile e dei bambini o, perlomeno, il bambino "Malick". C'è la sensazione che la famiglia O'Brien tragga molto dal privato del regista. Ad un Brad Pitt padre severo e manesco, ma capace di sprazzi d'amore di rilievo, si contrappone la fragilità e la grazia della moglie Jessica Chastain. Se il padre cerca di trasmettere la voglia di emergere sempre e comunque con qualunque mezzo, anche poco leale, la madre trasmette i valori dell'amore e della solidarietà verso i deboli, finendo per creare un conflitto d'odi/amore nei figli, in particolare in quello più grande.
Ma la strada per lo sviluppo familiare parte da lontano, comincia con un lutto familiare, la morte del figlio 19enne, passa per la riflessione della madre che si chiede dove sia Dio, per poi esplodere nella creazione del mondo, il big bang, la natura, le stelle, l'univero, i dinosauri, fino alla prigione di alluminio e vetri dei grattacieli che imprigionano Jack O'Brien (Sean Penn), un uomo alla ricerca di una riconciliazione nel conflitto verso il padre, e di un suo equilibrio nella vita lavorativa ed affettiva. Con Jack parte la riflessione centrale, il suo riportare alla luce l'infanzia, il rapporto conflittuale con il padre, la riflessione sulla religione "(...) il contrasto, esplicitato all'inizio, tra la natura e la grazia: laddove la prima è vista come resa alla violenza, alla brutalità e all'egoismo, ma anche a una libertà incondizionata nel vivere l'amore, mentre la seconda è programmatica rinuncia, rigore, controllo ma anche garanzia di una vita che acquisti un senso(...)".
Le simbologie, come sempre, si sprecano e riuscire a coglierle tutte è un'impresa, ma se riuscirete a farvi condizionare e trasportare dalla poesia e dalla grazia di Malick verrete ripagati da una bellezza, sì complessa e difficile al primo impatto, ma estasiante e gratificante al completo assorbimento.


La frase: "Un giorno cadremo e verseremo lacrime, e perderemo tutto, ogni cosa." 



Il film è:

Voti:
35mm: 4 / 5
CinemaDelSilenzio: 7,25
Cinematografo: 5 / 5
FilmScoop: 7,51
FilmTV: 4 / 5
IMDB: 7,9
MoviePlayer: 7,7
MyMovies: 3,33 / 5
Spietati: 8,45
MIO: 8

venerdì 15 aprile 2011

Vik è morto


L'hanno rapito per farlo tacere, per tappare la voce del suo blog che ci informava giornalmente sui morti e le brutalità perpetrate da Israele nella Striscia di Gaza. Questa è l'unica e sacrosanta verità. Come al solito bisogna chiedersi "cui prodest?", chi è bene informato saprà trovare da solo la risposta giusta.
Adesso gli insulti e le insulsaggini politiche si sprecheranno, e non perderò nemmeno tempo ad ascoltarle, non serve, farebbe solo più male.
Restiamo umani per lui.

martedì 12 ottobre 2010

Appunti su Inception


Dopo la terza visione, pensavo di poter tirare le somme sulle possibili soluzioni di Inception. Questo fino a che non ho letto questa bellissima spiegazione: http://recensioniagogo.blogspot.com/2010/10/inception-spiegazione-del-film.html 
Naturalmente, visto e considerato che gli appunti li avevo comunque scritti, ve li rivelo condividendo con voi dubbi e perplessità.
Inanzitutto diciamo che il fatto di tovarci ancora una volta, di fronte ad un "prestigio" di Nolan, non fa che rimarcare la mia devozione verso questo grande regista poco capito e sottovalutato. La sua abilità nel farti credere quello che vuole lui è così forte, che molti critici non se ne sono ancora resi conto. Riesce a farti perdere e trascurare punti importanti facendo leva su quelli inutili e fuorvianti e tu nemmeno te ne accorgi. Quale regista al giorno d'oggi è in grado di farlo? E quale ancora vi riesce coniugando il tutto con un film blockbuster? N-E-S-S-U-N-O.
Il gioco è lo stesso di "The Prestige", ci viene spiegato il meccanismo, ci viene fatto vedere, ci viene fatto credere che è così e basta arrivando al semplice dilemma finale della trottola: cade? non cade? Sogno? Realtà?
La sfida è racchiusa nell'osservazione, cosa a cui non siamo abituati talmente assuefatti dallo schematismo mentale inflitto alle nostre menti dalla televisione, dai media e da certo cinema inutile e facilone.


IL TOTEM
Nel corso del film ci viene spiegato (da Arthur) e mostrato ossessivamente (da Cobb), l'importanza del totem. Esso deve essere un'oggetto unico e particolare, e non può essere toccato da nessun altro. Il suo scopo risiede nel far capire al sognatore, se si trova nella realtà oppure no. Ma se per Arthur abbiamo la certezza (o presunta tale) del loro totem, non ce l'abbiamo nel caso di Cobb. Il perché è presto detto.
Quando ne parla con Arianna, rivela chiaramente come la trottola appartenesse alla moglie Mal che "la faceva girare continuamente, non si fermava mai". Sguendo la logica il totem di Cobb è a tutti gli effetti nullo in quanto non di sua esclusiva proprietà, e allora?
Qualche spettatore arguto sembra aver trovato una possibile risposta e, dopo un'attenta terza visione, posso confermare la versione che vede la fede al dito come un possibile totem (ma leggendo la soluzione del link sopracitato potrebbe essere un ulteriore inganno di Nolan). Infatti nei sogni è sempre presente per poi sparire al ritorno alla realtà.
A questo punto la trottola finale che cada o no è ininfluente. Ma Nolan è ancora più furbo e nella sequenza finale gioca continuamente rivelando particolari attinenti sia al sogno che alla realtà (trottola, bambini, il nonno), infatti la mano sinistra di Cobb si intravede per un attimo prima del lanci della trottola, ma non si riesce a distinguere la presenza dell'anello.


I BAMBINI
I bambini potrebbero essere un altro apetto interessante. Nei titoli di coda ne si evince la presenza di 4 con due età diverse. Questo vuol dire che le loro apparizioni potrebbero essere rivelatori ed ingannatori allo stesso tempo. Inanzitutto appaiono sempre di schiena e vetiti in modo uguale per cui sarebbe difficile distinguerne le diversità. A questo punto i bambini più grandi potrebbero essere quelli finali ma questo non vuol dire che siano reali, potrebbero comunque essere una creazione del subconscio di Cobb. Insomma i bambini appaiono sempre nei sogni... continua il gioco manipolaatore di Nolan i particolari possono rivelare tutto e niente a seconda delle interpretazioni.


I DIALOGHI
I dialoghi e le lunghe spiegazioni, costituiscono la parte fondamentale sia della possibile soluzione, sia dell'inganno. Purtroppo finché non avrò il Blu-ray non potrò elencare i dialoghi utili alla comprensione (di solito sono quelli più brevi e di cui non si fa caso), e quelli ingannatori (i più prolissi e ubriacanti).
L'unico consiglio e quello di tralsciare i secondi e concentrarsi sui primi per una reale comprensione.
- Mombasa nel sotterraneo di Yusuf;
- I dialoghi tra Arthur e Arianna;
- Alcuni scambi tra Cobb e Arianna nel finale.


I FINALI
Discutendo di tutti i possibili particolari direi che si possono tracciare almeno 3 possibili finali (più un quarto dell'ultima ora al link sopra e sotto citato):
  1. Il più ambiguo e intrigante: Saito facendo ruotare la trottola, innesta l'idea del ritorno a casa nella mente di Cobb e si suicida tornando alla realtà ottenendo il suo scopo onorando comunque il patto;
  2. Cobb, nell'ascensore finale, rivela ad Arianna alcuni segreti sull'innesto che ci rimangono nascosti. L'idea potrebbe essere di una spiegazione pratica sull'innesto. Cobb potrebbe essere consapevole di un possibile fallimento e Arianna potrebbe innestargli l'idea del ritorno a casa. A questo proposito all'affermazione di Arthur "Si perderà (nel limbo)", Arianna rispone "No, se la caverà" con un sorriso consapevole;
  3. Il lieto fine lineare. Saito para a Cobb e a se stesso ritornando alla realtà, si risvegliano nell'aereo portando a compimento i propri impegni. Saito ottiene il suo scopo ed onora il patto permettendo il ritorno a casa di Cobb.
  4. Come già detto vi rimando al link: http://recensioniagogo.blogspot.com/2010/10/inception-spiegazione-del-film.html 
A voi la scelta.

mercoledì 21 aprile 2010

Quanto contiamo?

Quanto contiamo in questo mondo???
N-I-E-N-T-E
Io faccio il tifo per il vulcano islandese.....
L'uomo è la razza più stupida della terra, se ne deve rendere conto....

lunedì 12 aprile 2010

Un giorno di "ordinaria" follia.

Quanto può essere difficile trovare un ambulatorio per i vaccini? Non è una domanda da sottovalutare, potreste incappare in una mattinata uguale alla mia.
Ore 7:45, il cellulare squilla svegliandomi, sul lavoro hanno bisogno di qualcuno che compili una fattura per l'estero e, naturalmente, io sono l'unico in grado di farlo. Una volta risolta l'incombenza mi faccio una bella doccia così sono pronto e vispo per farmi vaccinare.
Alle ore 9:00 giungo all'ospedale dove chiedo informazioni, mi rispondono che l'ambulatorio si trova in Via Mazzini. Giungo alla fatidica via, ma i lavori di ristrutturazione procedono imperterriti e non si vede lo straccio di un ambulatorio. "Fortuna" vuole che lì vicino ci sia la Croce Verde, così decido di chiedere loro informazioni.
"Ah ma l'ambulatorio si è spostato già da un anno. Sa dov'è il distributore dell'AGIP?"
"Sì."
"Bene, la palazzina di fronte."
Torno alla macchina e mi reco alla palazzina suddetta ma, sorpresa, ci trovo solo gli invalidi civili. Provo la palazzina a fianco, niente, c'è il laboratorio dell'ARPA. Così provo a chiedere informazioni a loro.
"Ah ma l'ambulatorio non è più lì, ora ci sono gli invalidi civili, deve andare in Via Mazzini"
La guardo stralunato: "Ma in via Mazzini stanno lavorando e non ci sono ambulatori"
"Ah ma allora non saprei".
Dal torpore del mio sconforto sento una voce in sottofondo: "L'ambulatorio è in via Mazzini, ma l'entrata si trova sul retro, si entra dalla piazzetta di fronte al duomo adibita a parcheggio."
Ritorno nella zona menzionata, parcheggio, mi levo la maglia perché fa un caldo boia e mi dirigo con passo svelto verso la palazzina. Sono le 10:15, bene tanto l'orario previsto recita 8:30 - 10:30, ce la posso fare.
Raggiungo la palazzina, entro nella porta con la targa grande VACCINAZIONI, "ci siamo".
Salgo al primo piano, niente.
Salgo al secondo, niente.
Provo a chiedere in un ufficio. "No l'ambulatorio non è qui. Devi scendere al piano terra, uscire dalla palazzina, andare a destra, entrare nel sotto portico, salire la rampa e sei arrivato."
Cominciano a girarmi...
Sono le 10:20 CE LA POSSO ANCORA FARE...
Scendo le scale, esco dalla palazzina vado a destra, entro nel sotto portico, salgo la rampa.... CHIUSO, hanno cambiato orario, fino all 10... AHHHHHHHHH
Almeno ho recuperato il passaporto........

martedì 16 febbraio 2010

Uno sguardo di luce dal cielo

Ci sono situazioni, emozioni che ti spaccano il cuore, ti feriscono l'anima, bloccano l'esistenza, il tuo essere uomo/donna, essere vivente. Ci sono momenti in cui ti accorgi di aver commesso una leggerezza e vorresti possedere una macchina del tempo per poter ripianare lo sbaglio.
Ma alle volte, un segno, una visione, uno stato emozionale, ti fanno capire che tutto è a posto, e le tue preoccupazioni svaniscono, si dissolvono nel nulla. Queste parole racchiudono il mio stato d'animo, il turbamento di un'anima scossa per una perdita improvvisa.
Tutto è iniziato giovedì mattina alle 7. Lo squillo del telefono ha interrotto il riposo quotidiano; era uno squillo sordo ma pesante e non presagiva niente di buono. Poi quel nome sullo schermo del portatile: "Nonna". Mia mamma capì subito, con la mano tremante si accinse ad aprire nuovamente la porta del dolore. La nonna aveva raggiunto il culmine della sua esistenza ed era tornata a fare coppia con il nonno.
Il primo pensiero è andato subito a quella mancanza, a quella rinuncia di passare il Natale con i parenti solo per evitare stupide discussioni, sguardi e parole non dette di cui non sento il bisogno di scriverne. Ho sempre cercato di evitare di cadere in queste trappole dettate da leggerezze superflue, ma, tirando le somme, ci sono cascato in un altro modo. Mia mamma e mio fratello l'avevano potuta salutare in gennaio, il mio risaliva ad almeno un anno e mezzo fa.
Eviterò di tediarvi selle peculiarità e sugli orrori che comporta un lutto nel meridione, magari in un altro post e con un altro spirito. Voglio solo raccontarvi di come un raggio di sole ha dissolto le mie turbolenze interne.
Il giorno del funerale il cielo era grigio e minaccioso, ed una pioggia ghiacciata aveva accompagnato il nostro ingresso nella chiesa. Grigiore si accumulava a grigiore, le lacrime si mischiavano alla pioggia. Nell'attimo in cui ci apprestavamo a recitare il Padre Nostro, ci siamo presi per mano (almeno così si usa) ed ecco che, all'improvviso, un raggio di sole ha squarciato le nuvole e si è insinuato nella finestra che dava sull'altare illuminandolo insieme alla bara della nonna. Per un attimo rimasi interdetto e mi accorsi che nessuno, nella macchinosità della liturgia, riuscì a scostarsene e ad accorgesene. All'inizio pensai "finalmente il tempo ci da un attimo di tregua". Mi sbagliavo, lo sguardo accecante del sole si interruppe con il concludersi della preghiera.
Un segno? Un messaggio? In un primo momento non l'avevo proprio considerato. Ma quando questo si è ripetuto proprio alla fine della liturgia, allora ho pensato subito che la nonna abbia voluto prima salutarmi e poi salutare un'ultima volta tutti i presenti.
Questo è stato, è e sarà il mio pensiero e la mia convinzione.

venerdì 15 gennaio 2010

Tre D? No Doppia D...


Dopo il ritorno di James Cameron, sempre più registi si stanno buttando a capofitto nel 3D (già prevedo con orrore un film di Michael Bay in 3D). Tutti a sentenziare come questa tecnologia salverà i cinema. Sinceramente, ragionando a mente fredda, non ne sono così convinto ed il perché è presto detto.
Per quanto riguarda Avatar, tolti il 3D (non sempre influente), il sonoro, gli effetti speciali e i 500 metri quadrati di schermo dell'IMAX londinese, rimane ben poco se non un filmetto che ricalca Pochaontas e Balla coi lupi senza epicità e sentimento. Non ci si affeziona a nessun personaggio in quanto privi di spessore
e sfumature, i buoni sono buoni, i cattivi sono cattivi. Insomma la sensazione è quella di avere tra le mani un nuovo giocattolo fine a se stesso. La domanda è: i registi che ne usufruiranno, saranno capaci di sfruttarla facendo perno su sceneggiature solide e personaggi di rilievo o si faranno prendere la mano per la voglia di stupire e basta?

C'è il rischio di vedere lungometraggi tutti uguali e costituiti da uno schema prefissato: da una parte il protagonista buono affiancato dalla bella di turno, e dall'altra il/i cattivo/i. In mezzo? Il nulla assoluto condito da effetti speciali a non finire e sempre più strabilianti. Ma gli spettatori saranno veramente invogliati a spendere sempre più spesso 2 o 3 € in più per vedere un film? E le "vecchie" sale che fine faranno? Io penso che potrebbero avvantaggiarsi quando i Multiplex saranno pieni di 3D e poveri di idee, sempre che siano capaci di invogliare la gente.
Prendiamo per esempio "Soul Kitchen" di Fatih Akan che ho visto mercoledì sera. Un film semplice ma dai risvolti geniali, divertenti, ironici, a tratti grotteschi fino all'eccesso ma solido, ben girato e recitato, forse anche
furbetto. Alla fine della proiezione sono uscito dalla sala contento e soddisfatto, convinto di non aver buttato 5 €. Non mi sono mai annoiato. Di contro "Avatar" dopo un'ora di proiezione, aveva già detto tutto ed ha cominciato a strapparmi qualche sbadiglio.
Se qualcuno mi chiedesse cosa andare a vedere tra "Soul Kitchen" e "Avatar", 10 giorni fa gli avrei proposto il secondo ma oggi opterei per il Soul. Chi vincerà? Chi avrà ragione? Ai posteri l'ardua sentenza ma io rimarrò ancora fedele alla bi-dimensione con qualche fuga sporadica nella terza.

lunedì 28 dicembre 2009

Discorso di fine anno



 Come approcciarsi alla fine dell'anno, nutrendo una qualche forma di speranza? Beh io l'ho trovata nello splendido monologo finale de "Il Grande Dittatore" di Charlie Chaplin.
Non servono parole per descrivere la grande satira che trasuda da ogni poro di questa pellicola; e il discorso finale non è altro che una gemma luminosa da cui trarre giovamento nello spirito.
Leggete e meditate:

Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore, non è il mio mestiere. Non voglio governare, ne’ conquistare nessuno, vorrei aiutare tutti se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l’un l’altro.
In questo mondo c’è posto per tutti: la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotti a passo d’oca fra le cose più abbiette.
Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità, più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza, e tutto è perduto.
L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, miolini di uomini donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.
A coloro che mi odono io dico: non disperate! L’avidità che ci comanda è solamente un male passeggiero, l’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano.
L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. E il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare! Che vi irregimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un’anima! Uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore! Voi non siete macchine, non siete bestie, siete uomini! Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore! Voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l’amore altrui!
Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate nel vangelo di San Luca è scritto: “il Regno di Dio è nel cuore dell’uomo”, non di un solo uomo, o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini! Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi il popolo avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza. Uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza.
Promettendovi queste cose, dei bruti sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. I dittatori forse sono liberi, perchè rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse. Combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza! Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.
Soldati! In nome della democrazia, siate tutti uniti!
Hannah, puoi sentirmi? Dovunque tu sia abbi fiducia.
Guarda in alto, Hannah! Le nuovole si diradano, comincia a splendere il sole. Prima o poi usciremo dall’oscurità verso la luce e vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono, in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio della loro brutalità.
Guarda in alto, Hannah! L’animo umano troverà le sue ali e finalmente comincerà a volare, a volare sull’arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro, il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi.
Guarda in alto, Hannah.
Lassù!

venerdì 25 dicembre 2009

Ho visto cose...


Ho visto cose che voi umani non potete immaginare, orde di macchine impazzite nella vana ricerca di un posteggio, autisti pronti a tutto pur di averlo; li ho visti contrattare il proprio rene, la madre, la figlia, pur di alleviare le sofferenze create dallo stress da parcheggio.
Ho visto automezzi cercare invano di arrampicarsi sui muri pur di trovar sollievo, folle di consumatori inferociti armati dei propri carrelli della spesa, lanciarsi all'assalto dei banchi frigo manco fossero in guerra e ci fosse carestia.
Ho visto una signora anziana, dotata di ghigno mefistofelico, marcarmi a uomo davanti al banco dei salumi; l'ho vista calcolare ogni mia mossa pronta a trarne profitto al minimo spiraglio da me lasciato.
Ho visto persone sconclusionate e confuse, inserire la freccia della macchina in un verso e svoltare nell'altro; ho visto il loro cervello inseguirli inutilmente, per poi chiamare un taxi.
Ho visto una coppia di anziani parcheggiare tranquillamente sul bordo di una strada stretta con relativo ingorgo stradale, nonostante di fronte al panificio ci fossero almeno 8 posti liberi.
Ho visto commesse stressate, madri stressate, padri stressati, bimbi stressati, frutta stressata, verdura stressata, carne stressata.
Ho visto la follia correre giuliva nei loro occhi, l'ho vista trionfare; ho visto la lucidità mentale piangere in un angolo sola ed abbandonata.
Ho visto Shakespeare guardarci dall'alto (o dal basso chissà), sospirare prendere l'Amleto e cambiare le fatidiche parole "C'è del marcio in Danimarca" in "C'è del marcio nella vigilia di natale".
Ho visto supermercati, ipermercati, negozi, panifici centri commerciali mezzi vuoti negli ultimi 5 giorni, e mai nessuno nessuno dire o pensare "Ma guarda quasi quasi ne approfitto e non aspetto l'ultimo giorno", NOSSIGNORI, tutti all'assalto di Fort Apache.
Ma alla sera ho visto baci, abbracci calorosi, ho visto feste, risate, occhi lucidi e felici; ho visto la sanità mentale ristabilirsi ed uscire dal coma e, forse, è solo e soltanto questo che racchiude la magia del Natale, un gesto semplice di pace e cordialità, un caldo sorriso che ti riempia il cuore, ed è per questo che auguro a tutti

BUON NATALE 

BUONE FESTE

p.s. Una citazione finale concedetemela:
"Quando avrete abbattuto l'ultimo albero, quando avrete pescato l'ultimo pesce, quando avrete inquinato l'ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro"
Ta-Tanka I-Yotank (Toro Seduto)

mercoledì 9 dicembre 2009

Ig-Nobel


Rubo titolo e spunto, dal sito di Peacereporter, per una riflessione.
Che abbia ragione Barnard a rivalutare la battuta infelice di Berlusconi? La ricordate? Quella del presidente abbronzato... Ebbene, probabilmente, dietro ad essa si celava il fatto che, secondo il nostro "premier", Obama non è altro che un altro Bush, solo più "abbronzato". Dal punto di vista della politica estera come dargli torto? Basta leggere le ultime dichiarazioni del "Nobel per la pace" (senza titolo né motivo), in cui cerca, retoricamente, di giustificare l'invio di altri 30mila militari in Afghanistan.
"Come comandante in capo, ho deciso di inviare altri 30mila soldati in Afghanistan nel vitale interesse della nostra nazione. (...)
Sono convinto che la nostra sicurezza è a rischio in Afghanistan e Pakistan. Quello è l'epicentro dell'estremismo violento praticato da Al Qaeda. E' da laggiù che noi siamo stati attaccati l'11 settembre e da laggiù che, mentre parlo, nuovi attacchi vengono pianificati.
Questo non è un pericolo immaginario, una minaccia ipotetica: nei mesi scorsi abbiamo catturato all'interno dei nostri confini dei terroristi inviati di confine tra Afghanistan e Pakistan per compiere atti terroristici. (...)
Gli americani sono stati vittime di attentati abominevoli provenienti dall'Afghanistan e sono tuttora il bersaglio di questi stessi estremisti che stanno complottando lungo il confine afgano. Abbandonare quell'area adesso significherebbe creare un rischio inaccettabile di nuovi attacchi contro il nostro paese e i nostri alleati".
Insomma retorica guerrafondaia degna del peggior presidente americano possibile. Che debba trovare lavoro per i migliaia di disoccupati della crisi? Nel giro di un anno, dopo le promesse elettorali pieni di buoni propositi, ecco i numeri del pacifista: 68mila soldati (32mila ad inizio mandato) più i prossimi 30mila, non c'è male come espediente per raggiungere la pace...
Sempre Barnard (qui e ancora qui) e Carlo Bertani, ci avevano svelato i retroscena della macchina elettorale e avvertito dei facili luccichii del bianco sorriso presidenziale. Solo leggendo questi articoli, potrete vedere tramontare tutti i suoi buoni propositi e le sue belle parole. Basta guardare i finanziatori per capire che alla fine, tra un Obama ed un McCain, sarebbe cambiato solo lo stile.
Naturalmente neanche dire che qualcuno a Washington, ha visto passeggiare una persona messa a 90, dicono che fosse un ministro italiano....

lunedì 23 novembre 2009

Squarci di luce


Di giornate grigie e umide se ne vedono a bizzeffe, specialmente in questo periodo, tant'è che il sole non fa capolino da almeno una settimana, se non di più. La cosa da un lato può piacere (té, cioccolate calde, coccole sul divano) come no (umido, noia, grigiore totale).
Ma ci sono giornate in cui uno sguardo, un sorriso, ti accendono l'anima e ti scaldano il cuore. Incontri inaspettati e piacevoli, dove ritrovi una persona o delle persone che non vedevi da tempo, o che non vedresti l'ora di ritrovare ma pensi, sbagliando, di non averne il tempo e l'occasione. Ti capita che, proprio in quei giorni, tu ti sia deciso ed abbia programmato l'uscita per lungo tempo rimandata. Inaspettatamente, mentre passeggi tra dei scaffali di un supermercato, o per strada, ti capita di incontrarla, magari alla vigilia del vostro incontro.
Destino?
Casualità?
Fatto sta che l'incontro, dopo un attimo di felice sorpresa, catapulta il tuo cuore in affanno e senti un improvviso vuoto allo stomaco, e in un attimo cerchi di capire perché hai rimandato tanto un momento del genere e ti chiedi se non sia troppo tardi.
Una cosa è sicura, istanti così ti tolgono l'umido addosso e squarciano il cielo grigio illuminandoti la giornata, facendoti provare la sensazione di una bella giornata.
Ecco questa per me è stata una bella giornata!!!

lunedì 9 novembre 2009

Autunno d'amore ed odio

 
Avrei voluto scrivere qualche considerazione sull'autunno, ma lei è sicuramente più brava di me.
Odi et Amo

venerdì 6 novembre 2009

Il crocefisso



“E la mia morte, come sarà, A un martire si addice una morte dolorosa e, se possibile, infame perché l’atteggiamento dei credenti sia più facilmente disponibile, appassionato, emotivo”.
(Il vangelo secondo Gesù Cristo - Saramago)

giovedì 15 ottobre 2009

Faccia tosta


"Abbiamo guadagnato la qualificazione matematica a Dublino - ha detto Lippi - ho cambiato la squadra per undici undicesimi, una cosa insolita, che non esiste nel calcio. Appena abbiamo un po' di difficoltà la gente anziché incitarla, si mette a inneggiare a giocatori che non ci sono (Cassano n.d.r). Ciò è assolutamente vergognoso. La si deve amare di più questa squadra".

Riprendendo il post precedente, cosa dovrebbero dire gli allenatori della pallavolo (Barbolini) e della scherma che con tutto quello che vincono non vengono mai cagati???
Riprendo un episodio del passato quando Radko Rudic portò la pallanuoto maschile ai massimi vertici vincendo un olimpiade, un'impresa storica. La squadra venne invitata alla Domenica Sportiva e, dopo quasi due ore di discussioni su moviole e quant'altro, passata la mezzanotte, il giornalista di turno si ricordò della loro presenza. Rudic con grande cordialità fece notare che avevano appena vinto un olimpiade, un'impresa per l'Italia, dopodiché fece alzare i suoi giocatori e, sempre cordialmente, levò il disturbo.
Ecco il signor Lippi dovrebbe sapere come funzionano le cose in Italia e specialmente nel calcio dove passi dalle stelle alle stalle nel giro di poco, ma non venga a fare l'offeso o l'indignato visto che la nazionale ha sempre un posto di primo piano nei notiziari sia ne bene che nel male. Se non gli sta più bene può anche starsene a casa e con quello che lo pagano dovrebbe ricordarsi che, probabilmente, tra quei pochi o tanti, che hanno urlato andate a lavorare, c'è gente che fa fatica ad arrivare alla fine del mese e che contribuisce al suo lauto stipendio, quindi silenzio e pedalare. Come ho già detto il gioco è vecchio e lui lo conosce molto bene quindi, ribadisco, se non gli va bene che se ne torni a Viareggio.

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