martedì 31 maggio 2011

The Tree of Life


Titolo Originale: The Tree of Life
Titolo Italiano: Id.
Regia:
Terrence Malick Terrence Malick
Durata: 139'
Anno: 2011
Interpreti:

Trama: Dopo la morte di suo fratello minore, Jack si prepara a incontrare dopo molti anni suo padre, con cui da bambino aveva un rapporto conflittuale. L'evento doloroso sarà l'occasione, per l'uomo, per una riflessione sulla sua vita, sulla sua storia familiare e, più in generale, sul senso e lo scopo ultimo dell'esistenza.


Scrivere una recensione/commento su un film come "The Tree of Life" è impresa ardua, e la tentazione di fare un copia e incolla da qualche sito è stata forte. Ma alla fine ho deciso di buttare giù qualche riflessione.
Chi segue il cinema attivamente, sa che Terrence Malick o si ama o si odia, e questo non solo a livello di pubblico, ma anche critico e gli applausi misti ai fischi di Cannes ne sono stata una dimostrazione. Che poi alla fine abbia trionfato con la Palma d'oro è un altro discorso. C'è chi lo esalta e chi lo considera presuntuoso nelle sue solennità visive e riflessive, ma certo non si può dire che il suo cinema sia collocabile in qualche schema precostituito, e forse questo utilizzo "anarchico", diverso e originale del mezzo cinematografo, non trova facilmente terreno fertile anche per la velocità e il senso poco riflessivo dei film odierni.


Malick non ha fretta, sa che una riflessione, un pensiero, non può essere sviscerato in poco tempo e in fretta. Questo è un concetto che lo spettatore deve avere chiaro fin da subito se non si vuole ritrovare a dire "che film palloso", "è lento e noioso", già dopo cinque minuti. Chi cerca lo svago in una sal buia deve guardare altrove, qui c'è spazio sia per gli occhi (immagini visivamente superlative), sia per la testa.
Per quanto mi riguarda mi schiero nella prima fascia critica, ho adorato "La Sottile Linea Rossa" e amato "Il Nuovo Mondo", senza dimenticare i due film degli esordi "La Rabbia Giovane" e "I Giorni del Cielo".
Inanzitutto "The Tree of Life" è un film complesso, e necessita di più visioni per essere assimilato (e ben pochi ci riusciranno del tutto), il regista ci parla di natura, religione, Dio, la famiglia vista dal punto femminile, maschile e dei bambini o, perlomeno, il bambino "Malick". C'è la sensazione che la famiglia O'Brien tragga molto dal privato del regista. Ad un Brad Pitt padre severo e manesco, ma capace di sprazzi d'amore di rilievo, si contrappone la fragilità e la grazia della moglie Jessica Chastain. Se il padre cerca di trasmettere la voglia di emergere sempre e comunque con qualunque mezzo, anche poco leale, la madre trasmette i valori dell'amore e della solidarietà verso i deboli, finendo per creare un conflitto d'odi/amore nei figli, in particolare in quello più grande.
Ma la strada per lo sviluppo familiare parte da lontano, comincia con un lutto familiare, la morte del figlio 19enne, passa per la riflessione della madre che si chiede dove sia Dio, per poi esplodere nella creazione del mondo, il big bang, la natura, le stelle, l'univero, i dinosauri, fino alla prigione di alluminio e vetri dei grattacieli che imprigionano Jack O'Brien (Sean Penn), un uomo alla ricerca di una riconciliazione nel conflitto verso il padre, e di un suo equilibrio nella vita lavorativa ed affettiva. Con Jack parte la riflessione centrale, il suo riportare alla luce l'infanzia, il rapporto conflittuale con il padre, la riflessione sulla religione "(...) il contrasto, esplicitato all'inizio, tra la natura e la grazia: laddove la prima è vista come resa alla violenza, alla brutalità e all'egoismo, ma anche a una libertà incondizionata nel vivere l'amore, mentre la seconda è programmatica rinuncia, rigore, controllo ma anche garanzia di una vita che acquisti un senso(...)".
Le simbologie, come sempre, si sprecano e riuscire a coglierle tutte è un'impresa, ma se riuscirete a farvi condizionare e trasportare dalla poesia e dalla grazia di Malick verrete ripagati da una bellezza, sì complessa e difficile al primo impatto, ma estasiante e gratificante al completo assorbimento.


La frase: "Un giorno cadremo e verseremo lacrime, e perderemo tutto, ogni cosa." 



Il film è:

Voti:
35mm: 4 / 5
CinemaDelSilenzio: 7,25
Cinematografo: 5 / 5
FilmScoop: 7,51
FilmTV: 4 / 5
IMDB: 7,9
MoviePlayer: 7,7
MyMovies: 3,33 / 5
Spietati: 8,45
MIO: 8

martedì 17 maggio 2011

L'albero della vita è alle porte


Atteso a lungo, finalmente l'ora sta per scoccare. Tra entusiasmi critici e qualche fischio (ai critici piace comportarsi come i bambini, specie davanti ad un film, sulla carta, più grande di loro), la voglia di vederlo non fa altro che salire.
La notizia di una distribuzione deficitaria (solo 116 copie a fronte delle assurde 1000 sale de "I pirati dei caraibi 4") purtroppo mi fa temere di un'uscita nulla nelle sale goriziane...
Speriamo che la zona di Udine sia più benevola.

venerdì 6 maggio 2011

Source Code


Titolo Originale: Source Code
Titolo Italiano: Id.
Regia: Duncan Jones Duncan Jones
Durata: 93'
Anno: 2010
Interpreti:


Trama: Il Capitano Colter Stevens è costretto, suo malgrado, a rivivere gli ultimi otto minuti di vita del passeggero di un treno che esploderà. Si risveglia all'improvviso senza sapere dov'è. Di fronte a lui c'è Christina che gli sorride, ma lui non ha la più pallida idea di chi sia. In uno specchio vede il volto di un altro uomo e in tasca ha la carta d'identità di un tranquillo insegnante di scuola. Nel frattempo una donna in uniforme gli impartisce ordini da un monitor. A sua insaputa è impegnato in una missione militare ad alto rischio per scoprire il colpevole di un attentato che poche ore prima ha fatto migliaia di vittime. Poche ore prima, appunto... Colter è dentro il programma top-secret Source Code che gli permette di andare indietro nel tempo, per evitare il disastro. Ma ogni volta ha solo pochi minuti per raccogliere stralci di prove. Solo 8 minuti...


Con "Moon" si è tolto fin da subito l'etichetta de "il figlio di David Bowie", ora, pur con qualche riserva, conferma il talento espresso all'esordio. Duncan Jones confeziona un thriller ben costruito avvalendosi dell'ottima interpretazione di Jake Gyllenhall vero motore trainante. Il suo capitano Colter Stevens, è un marines d'assalto in missione nel tempo tramite il programma Source Code, il quale lo catapulta indietro nel tempo permettendogli di rivivere gli ultimi 8 minuti prima di un attentato avvenuto su un treno diretto a Chicago. Il suo compito è quello di trovare la bomba e, soprattutto, chi l'ha innescata in modo da evitare futuri attentati programmati nella città.
Gli otto minuti iniziale ci permettono di entrare subito nel clima, ma basta poco per capire che non tutto torna nella vicenda. Un alone di mistero cala sul personaggio principale: come c'è finito in questo programma? Perché? Chi è in realtà?
A coadiuvare i suoi salti temporali ci sono l'ufficiale Goodwin (la sempre splendida Vera Farmiga) e il capo progetto, il dottor Rutledge (Jeffrey Wright).
Tra continui salti temporali e un crescendo costante, Duncan Jones riesce a reinventare ogni viaggio senza annoiare, introducendo sempre un elemento nuovo e stimolante.
Peccato che il regista, dopo una corsa frenetica, cada proprio nel finale stucchevole e in contro tendenza alla qualità del film (finale imposto?). Peccato perché toglie carisma e punti. introducendo anche particolari incongruenti (il contatto mail di Goodwin da dove proviene?). Sarebbe bastato chiudere sul fermo immagine collettivo per assumere ben altro valore.
Da segnalare il sempre splendido e dolce sorriso di Michelle Monaghan.


La frase: "Se avessi meno di un minuto da vivere cosa faresti?"



Il film è:

VOTI:
35mm: 4 / 5
Cinematografo: 3 / 5
FilmScoop: 7,4
FilmTV: 4 / 5
IMDB: 7,8
MoviePlayer: 8,1
MyMovies: 3,77 / 5
Spietati: 6,6
MIO: 7

domenica 1 maggio 2011

Toy Story 3


Titolo Originale: Toy Story 3
Titolo Italiano: Toy Story 3 - La Grande Fuga
Regia: Lee Unkrich
Durata: 109'
Anno: 2010


Trama: Mentre Andy si prepara alla partenza per il college, i suoi fedeli amici giocattoli si ritrovano in un asilo, dove giocare con dei bambini indomabili, con piccole dita appicicose non è molto piacevole. Spinti dal motto "tutti per uno-uno per tutti", insieme pianificano la grande fuga. All'avventura si uniranno molti nuovi personaggi, alcuni di plastica, altri di peluche, tra cui lo scapolo amico di Barbie, Ken, l'istrice con i caratteristici pantaloncini lederhosen di nome Prickles e Lotso Grandi Abbracci, l'orsacchiotto rosa che profuma di fragola.


I giocattoli sono tornati in città, e lo fanno alla grande. La Pixar chiude l'evoluzione tecnologica dei film d'animazione nel migliore dei modi. Gradualmente, i tre Toy Story, rappresentano le tre tappe fondamentali per il passaggio dai disegni animati alla loro digitalizzazione. Ma la casa d'animazione è l'unica capace di coniugare la qualità visiva a quella artistica e questo terzo capitolo ne è la summa ideologica. La casa produttrice riesce ad alzare l'asticella qualitativa ad ogni uscita, e da Wall-E, passando per Up, questa progressione è stata pressoché impressionante.
Toy Story 3 è tutto e di più, è animazione, avventura, thriller, commedia, tutto in un unico prodotto, ma la cosa che sorprende è il perfetto equilibrio tra le varie facce. Qui si ride, ci si appasiona, ci si commuove senza sequenza facilmente banali, ma con grande cuore.
Se i giocattoli di Andy sono già entrati nell'immaginario cinematografico, il ruolo riposto nei nuovi giocattoli sorprende ancora una volta. Si va dalla deliziosa coppia formata da Barbie e Ken, fino al "cattivo" orsetto di peluche Lotso capo supremo dell'asilo, che esprime la sua rabbia da abbandono sui nuovi arrivati.
Per chi si è perso questo capitolo finale al cinem (come me), consiglio vivamente di recuperarlo attraverso il dvd o il blu-ray, non vene pentirete, sarà amore a prima vista.


La Battuta: Barbie: Authority should derive from the consent of the governed, not from threat of force!

Il film è:


Voti:
35mm: 4,5 / 5
Cinematografo: 4 / 5
CinemaDelSilenzio: 7
FilmScoop: 8,5
FilmTV: 4 / 5
IMDB: 8,7
MoviePlayer: 8,9
MyMovies: 4,06 / 5
Spietati: 8,45
MIO: 8

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