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giovedì 21 gennaio 2010

Hai...uto




Riporto dal sito di "Medici senza Frontiere", quello che giornali e telegiornali non dicono.

Feriti in disperato bisogno di cure mediche d’emergenza stanno morendo a causa dei ritardi nell’arrivo delle forniture mediche.

20/01/2010

Port-au-Prince - A un aereo-cargo di Medici Senza Frontiere (MSF) con 12 tonnellate di equipaggiamenti medici, tra cui farmaci, kit chirurgici e due apparecchiature per la dialisi, è stato negato per ben tre volte il permesso di atterrare all’aeroporto di Port-au-Prince da domenica notte nonostante le ripetute garanzie. Il contenuto di questo cargo di 12 tonnellate costituiva la seconda tranche del precedente cargo di 40 tonnellate a cui era stato impedito di atterrare domenica mattina. Dal 14 gennaio, cinque voli umanitari di MSF sono stati dirottati dall’aeroporto di Port-au-Prince verso la Repubblica Dominicana. Questi aerei cargo trasportavano 85 tonnellate di materiale medico e beni di prima necessità.
Cinque nostri pazienti sono morti nell’ospedale che abbiamo allestito a Martissant per la mancanza del materiale medico-chirurgo che era contenuto nel cargo a cui è stato impedito di atterrare”, dichiara Loris de Filippi, coordinatore di MSF per l’emergenza a Haiti. “Non ho mai visto nulla di simile. Ogni volta che esco dalla sala operatoria vedo decine di feriti chiedere disperatamente di essere operate. Oggi ci sono 12 persone che hanno bisogno di interventi chirurgici di amputazione salvavita nell’ospedale di Choscal (nella bidonville di Cité Soleil, Port-au-Prince). Abbiamo terminato alcune apparecchiature chirurgiche necessarie per le amputazioni e siamo stati costretti a comprare una sega al mercato per continuare le amputazioni. Ce la stiamo mettendo tutta per correre contro il tempo”.
Più di 500 persone che avevano urgente bisogno di interventi chirurgici sono state trasferite dal quartiere di Martissant all’ospedale di Choscal, dove i team di MSF hanno effettuato più di 230 interventi chirurgici da giovedì. I team di MSF sono operativi dalle prime ore dal terremoto e questi aerei cargo sono vitali per continuare a fornire cure salvavita alle centinaia di vittime del disastro. In cinque diverse località di Port-au-Prince, MSF ha già curato più di 3000 persone e effettuato oltre 400 interventi chirurgici.
È come lavorare in guerra”, afferma Rosa Crestani, coordinatrice medica di MSF all’ospedale di Choscal. “Non abbiamo più morfina per alleviare il dolore dei pazienti. Non possiamo accettare che ai nostri aerei che trasportano kit medici d’emergenza, kit chirurgici necessari a salvare vite umane, continui a essere negato il permesso di atterrare e vengano dirottati altrove mentre i nostri pazienti stanno morendo. In questo momento la priorità deve essere data alle forniture mediche che stanno giungendo nel paese”.
Molti dei pazienti che sono stati estratti dalle macerie sono ad alto rischio di morte per setticemia e per le conseguenze della sindrome da schiacciamento, una condizione in cui i muscoli danneggiati o schiacciati dalle macerie rilasciano tossine nel sangue che vanno a danneggiare i reni e possono causare la morte per insufficienza renale. Le apparecchiature per la dialisi sono fondamentali per tenere in vita i pazienti in queste condizioni.
Altri due aerei con 26 operatori umanitari di MSF sono stati dirottati verso la Repubblica Dominicana. A oggi MSF è riuscita a far atterrare a Port-au-Prince cinque aerei cargo con 135 tonnellate di forniture mediche. Altri aerei con 195 tonnellate di materiale sanitario devono assolutamente atterrare nei prossimi giorni per permettere a MSF di continuare e incrementare le proprie attività di soccorso medico ad Haiti.
Più di 700 operatori di MSF stanno lavorando per fornire assistenza medica d’emergenza ai sopravvissuti del terremoto a Port-au-Prince e nelle zone limitrofe. I team di MSF stanno lavorando nell’ospedale di Choscal (a Cité Soleil), nel centro medico di Martissant, nei pressi dell’ospedale Trinité, nell’ospedale Carrefour, nell’ospedale a Jacmel e stanno allestendo un ospedale gonfiabile con 100 posti-letto nel quartiere di Delmas. Altre équipe di MSF stanno conducendo missioni esplorative in alte località fuori da Port-au-Prince.

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Dati e risultati dell’intervento di MSF a Haiti

Aggiornamento del 20 gennaio
Vittime curate: oltre 5mila
Interventi chirurgici: oltre 900
Patologie più diffuse: politraumi, fratture, ustioni, ferite alla testa, gangrene (che richiedono amputazioni), sindrome da schiacciamanento e complicazioni varie.
Staff internazionale di MSF presente sul terreno: 237
Staff internazionale di MSF in arrivo: 32
Staff locale di MSF: 593
Aerei cargo di MSF già atterrati a Haiti: 7
Tonnellate di aiuti già arrivati sul terreno: 189
Aerei cargo che si trovano sul territorio della Repubblica Dominicana: 5
Tonnellate di aiuti contenuti da questi ultimi: 130
Località di Port-au-Prince in cui MSF sta operando: Carrefour, Delmas, Pacot, Choscal (Cite Soleil), ufficio di MSF a Petionville, Martissant, chirurgia e nefrologia a Chancerelle.
Località fuori da Port-au-Prince in cui MSF sta operando: Leogane (Grand Goave e Petit Goave) e Jacmel.

venerdì 25 settembre 2009

L'ONU sanziona Israele?


E' notizia di lunedì che, una commissione d'inchiesta dell'ONU, ha redatto un indagine estremamente dettagliata sui bombardamenti perpetrati da Israele sulla Striscia di Gaza lo scorso inverno. I risultati di tale ricerca hanno portato alla raccolta di prove inconfutabili contro il governo e le massime cariche militari israeliane; prove che potrebbero portare all'incriminazione dei leader politici Olmert, Livni, Barak, Ashkenazi e dei comandanti che guidarono l'attacco.
Naturalmente la notizia non è stata ripresa dai nostri telegiornali (o almeno non me ne sono accorto...). Logico è che, se fosse stata redatta un'inchiesta contro i palestinesi allora sì...
Come da copione la reazione israeliana è stata dura con la "solita" accusa di antisemitismo che stavolta rischia di cadere nel vuoto. Il perché? Presto detto: a presiedere la commissione ONU, è stato un giudice americano fervente sionista, il sudafricano Richard Goldstein non nuovo a queste inchieste. In passato aveva presieduto anche nelle indagini in Ruanda, Darfur ed ex-Jugoslavia, insomma più ferrato di così....
Ma tutto ciò non basta quando ad essere attaccata è la "civilissima" Israele. Goldstein ha prontamente replicato e difeso il proprio operato sulle colonne del New York Times, da cui ha lanciato un appello di cooperazione ad Israele, Hamas ed hai governi planetari. Goldstein si è rammaricato per la mancata cooperazione di Israele reo di aver ostacolato i lavori della commissione. Sono certo che questi appelli cadranno come sempre nell'oblio.
E l'America che fa? Da buon alleato all'inizio ha temporeggiato ma, alla fine, anche l'amministrazione di Obama ha ceduto alle pressioni sioniste giudicando i lavori della commissione TROPPO FAZIOSI verso Israele. A parte il fatto che non si capisce bene cosa intendano visti i presupposti elencati sopra, c'è da sottolineare che la figlia di Goldstein, intervistata da una emittente radiofonica israeliana, ha sottolineato come la presenza di suo padre abbia "addolcito di molto le conclusioni". Chissà, il fatto che qualche commentatore israeliano abbia chiesto provocatoriamente se Obama permetterà a Goldstein di indagare in Afghanistan e Iraq, non permette sonni tranquilliagli imperialisti... Insomma se neanche le accuse comprovate di crimini di guerra non bastano....
Comunque sembrerebbe che non sia finita qui, e che anche l'ambiguo programma nucleare israeliano sia sotto esame. L'AIEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica), pressata fortemente riguardo al programma nucleare iraniano ha cominciato ad affrontare il problema. Insomma sembra che la forte corazza israeliana cominci ad avere della falle, sarà curioso vedere come si porrà l'America nel caso in cui le accuse prendano corpo.

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