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lunedì 14 marzo 2011

A prova di morte



Titolo Originale: Grindhouse - Deathproof"
Titolo Italiano: Grindhouse - A prova di morte
Regia: Quentin Tarantino
Durata: 115'
Anno: 2007
Interpreti:


Trama: Tre ragazze Jungle Julia, Shanna e Arlene, tutte molto carine, si divertono a passare le serate tra due locali di Austin, Texas, il "Guero's" e il "Texas Chili Parlor", dove attirano gli sguardi indiscreti degli avventori. Tra i tanti camionisti e motociclisti presenti al locale c'è Stuntman Mike un killer misogino schizofrenico che si diverte a uccidere le ragazze a bordo di una truccatissima vettura. Una sera, Mike prende di mira le tre amiche e, a loro insaputa, le seduce per poi condurle verso la sua arma, posteggiata vicino il Guero's...



Recensire un film di Tarantino non è mai facile, ci si aspetta sempre molto rischiando così di rimanere delusi. E' per questo che, prima di scrivere qualcosa su "Deathproof", ho aspettato qualche giorno per assimilarlo. Purtroppo la delusione non è sparita e la sensazione di un film girato per divertimento rimane forte. Oddio il film non è brutto ma sicuramente qualche taglio avrebbe giovato al ritmo e alla consistenza totale del film. Diciamolo, tagliando una buona fetta della prima parte (a tratti noiosa e ripetitiva) e, mantenendo quasi totalmente i 25 minuti finali dell'inseguimento, credo che il risultato finale ne avrebbe giovato.
Come di consuetudine, Tarantino rispolvera qualche star dimenticata (in questo caso Kurt Russel), cercando di rinvigorirne i fasti. E se ancora una volta, i risultati sono degni di nota, purtroppo per il nostro Kurt non c'è stato nessun rilancio anzi, è tornato presto nel dimenticatoio.
Folto e ben fornito il comparto femminile. Come da marchio tarantiniano, le donne occupano uno spazio rilevante sono cazzute, seducenti, sboccate, senza paura e con vestiti corti e ben attilati. Tutto il gruppo, le quattro "vittime" iniziali e le tre "vendicatrici involontarie" della seconda parte, se la cava più che egregiamente, ma si sa, con Tarantino il divertimento non manca mai e l'unico pericolo è quello di cadere nella recitazione fin troppo esagerata.
Insomma se siete fan sfegatati di Tarantino non rimarrete sicuramente delusi ,anche se consiglierei di vedere la versione originale più corta e corredata del mediometraggio del compare Rodriguez, gli altri si astengano.




La frase: Il bosco è magnifico, profondo all'imbrunire e io ho promesse da mantenere e miglia da percorrere, prima di dormire. Mi hai sentito Butterfly? Miglia da percorrere prima di dormire…



Il film è: OK ma non del tutto convincente.




VOTI:
35mm: 3,5 / 5
CinemaDelSilenzio: 5,5
IMDB: 7,2
FilmTV: 4 / 5
MoviePlayer: 7,8
MyMovies: 2,93 / 5
Spietati: 6,96
MIO: 5,5

venerdì 21 gennaio 2011

Black Swan (visto a Parigi)



Titolo Originale: Black Swan
Titolo Italiano: Il Cigno Nero (perché gli italiani hanno bisogno della traduzione....)
Regia: Darren Aronofsky
Anno: 2010
Durata: 103'
Interpreti:




Trama: Nina è una ballerina del New York City Ballet che sogna da tutta la vita il ruolo della protagonista e un amore che la risvegli da un'adolescenza mai finita. Tra una madre frustrata, che la costringe a un allenamento estenuante, e l'esigente coreografo Thomas Leroy, che la mette a dura prova affidandole la controversa parte di Odette ne "Il lago dei cigni", la sua personalità rischia di sgretolarsi. Il suo lato oscuro offusca un equilibrio già fragile mentre le ossessioni le corrodono anima, e corpo.


Premessa: il film l'ho visto l'altro ieri sera a Parigi, nello storico cinema REX, voi purtroppo, dovrete aspettare febbraio...
Se "Inception" e "The Social Network" li ho visti e amati, se i critici considerano l'ultima fatica di Eastwood ("Hereafter") un capolavoro, allora "Black Swan" non è classificabile in nessuna classifica cinematografica dell'anno. Eh si, perché il sottoscritto lo considera un FOTTUTO capolavoro sotto tutti i punti di vista, registico, attoriale, fortografico ecc... Il cigno nero di Arofonosky si staglia leggiadro sopra qualsiasi film dell'anno passato, e solo i taglienti dialoghi di TSN riescono ad essergli superiori.
E allora è tutto perfetto? Quasi perché, per quanto mi riguarda, nessun film al mondo sarà mai perfetto, e nessuno potrà piacere a tutti. Arofonosky si staglia poi, in quella tabella dei registi che o si amano o si odiano e chi avrà visto qualche suo lavoro precedente, saprà cosa intendo.
Sicuramente alcuni "eccessi" virati all'horror faranno storcere il naso a più di qualcuno, ma il regista li controlla con mano esperta conoscendo con esattezza i limiti da non superare. Detto questo c'è da dire che alcune sequenze sono dure e di forte impatto emotivo per cui siete avvertiti.
Ma chi è questo cigno nero? Una MAGNIFICA Natalie Portman, un'attrice con la a maiuscola che impersona con una disinvoltura pazzesca il personaggio di Nina, una ballerina ossessionata dall'idea e dalla volontà di impersonare Odette la prima ballerina del balleto "Il Lago dei Cigni". Un ossessione legata al legame con la madre (un'inquietante Barbara Hersey) e la voglia di oltrepassare il muro di un'adolescenza mai sopita che la faccia diventare donna. Il percorso psicologico di Nina si mostra fin da subito difficile e con il tempo l'ossessione si trasformerà in rabbia, invidia, gelosia fino a scoppiare in un finale drammatico e affascinante. Nina si evolve sotto gli occhi della madre che finirà per chiederle "Che fine ha fatto la mia dolce bambina?" e ricevendo in risposta "Non c'è più".
Ma un quadro non sarebbe perfetto senza la cornice ed i particolari. E, se la cornice ce la mette Arofonosky, i particolari ce li mettono gli altri attori, da  un suadente e deciso Vincent Cassel, al deciso cammeo di Wynona Ryder.
Il cigno bianco imperfetto ammalia e il nero perfetto seduce, tutti e due volteggiano sul palco incantando con la loro potenza immaginifica e se la Portman recita la sua perfezione, noi valorizziamo l'imperfezione di un film pieno di idee e talento, cosa che, nel cinema di oggi, latita sempre di più a discapito di un mercato che fa dei soldi al botteghino la qualità di un film, ma anche in questo caso, per una volta, possiamo dire, almeno in America, che la sfida è vinta.


La battuta: Nina: I was perfect.


Il film è: Capolavoro

Voti:
IMDB: 8,6
MoviePlayer: 8,3
35mm: 4 / 5
Cinematografo: 3 / 5
MIO: 9

lunedì 8 marzo 2010

Chi è 67?

Titolo Originale: Shutter Island
Titolo Italiano: id.
Regia: Martin Scorsese
Anno: 2009
Paese: USA
Durata: 138'
Interpreti:
  • Leonardo DiCaprio (Teddy Daniels)
  • Mark Ruffalo (Chuck Aule)
  • Ben Kingsley (Dott. John Cawley
  • Emily Mortimer (Rachel Solando)
  • Michelle Williams (Dolores Chanal)
  • Max Von Sydow (Dott. Jeremiah Naehring


Trama: Nell'autunno del 1954 gli agenti federali Teddy Daniels e Chuck Aule vengono inviati a Shutter Island, al largo di Boston, in un ospedale psichiatrico nel quale sono detenuti numerosi criminali psicopatici. I due agenti sono incaricati di trovare Rachel Solando, una pericolosissima detenuta condannata per omicidio e misteriosamente scomparsa, ma un uragano si abbatte sull'isola complicando la situazione. Scopriranno che la donna, colpevole di aver ucciso i suoi tre figli, era da anni sotto le cure del direttore dell'ospedale, il dottor Cawley, che, con i suoi esperimenti sulla psiche umana, ha trasformato quel luogo in una prigione dell'orrore. Teddy capirà ben presto che Shutter Island nasconde i delitti più spaventosi e risveglia i fantasmi che il passato aveva cercato di rimuovere.


E' un film di Martin Scorsese, è un thriller teso, ci sono delle sequenze oniriche che valgono da sole il prezzo del biglietto, c'è un DiCaprio M-A-E-S-T-O-S-O, cosa volete di più?? E si fottano i recensori che valutano il film secondo il canone "Se non è un capolavoro fa schifo" e poi elogiano a tutto spiano "Avatar", un film se è bello è bello punto, non si può valutarlo in base a tutti gli altri girati in precedenza. Ogni lungometraggio è una storia a sé.

La frase: Chi è 67?
Il film è:

Voti:
35mm: 3,5 / 5
Cinema.it: 3 / 5
Gli Spietati: 7,1
CinemaDelSilenzio: 7,5
Cinematografo: 4 / 5
IMDB: 8,2
FilmTV: 3 / 5
MyMovies: 2,98 / 5
Mio: 8

mercoledì 3 marzo 2010

Amabile film?

Titolo Originale: The Lovely Bones
Titolo Italiano: Amabili Resti
Regia: Peter Jackson
Anno: 2009
Paese: USA/UK/Nuova Zelanda
Durata: 139'
Interpreti:
  • Saoirse Ronan (Susie Salmon)
  • Rachel Weisz (Abigail Salmon)
  • Mark Wahlberg (Jack Salmon)
  • Rose McIver (Lindsey Salmon)
  • Stanley Tucci (George Harvey)
  • Susan Sarandon (Nonna Lynn)
  • Amanda Michalka (Clarissa)
  • Reece Ritchie (Ray Singh)


Trama: Siamo nel 1973, Susie Salmon, una quattordicenne, viene violentata e uccisa brutalmente da un balordo, George Harvey, che presto si scoprirà essere un assassino seriale di ragazzine e donne e non uno sbandato qualunque.
Poco dopo l'omicidio, Susie giunge in Paradiso, da dove ha la possibilità di seguire le vite della famiglia, degli amici e anche del suo assassino, in procinto di uccidere nuovamente, visto l'insuccesso avuto dalla giustizia nel catturarlo. Purtroppo, la giovane non può interagire direttamente con i propri cari, desidera tornare a vivere quel fato che le è stato portato via e vendicarsi del suo aguzzino, ma imparando anche a conoscerlo.


Il film è stato un po bistrattato, ma secondo me non è così male. E' logico quando si va a toccare dei libri con schiere di fan non è mai facile, e comunque Peter Jackson non è certo nuovo a critiche del genere. Io il libro l'ho letto e penso che le scelte ed i tagli effettuati in fase di sceneggiatura sono apprezzabili. Mi sarei aspettato un finale alternativo in quanto il libro è quanto mai sbrigativo e deludente, ma purtroppo è stato reso pari pari al testo di Alice Sebold.
Il cielo creato da Jackson è molto bello e soprattutto, efficace. Le pecche riguardanti la freddezza dello sviluppo del mondo reale è dovuto anche alle mancanze degli attori, in particolar modo Mark Wahlberg, veramente nullo sia espressivamente che emotivamente. Rachel Weisz se la cava ma poteva dare di più.
Meno male che ci sono Saoirse Ronan e Stanley Tucci, veri e propri mattatori, tutti e due bravissimi. Il resto è nella norma, con la nonna Sarandon a ricoprire il versante "leggero" (scelta non del tutto condivisibile visto il ruolo importante che ha nel libro).
Da ricordare la scena della morta di Susie Salmon (specialmente la scena della vasca, veramente da brividi) e dell'incursione della sorella Lindsey a casa di George Harvey.
Insomma alla fine merita di essere visto? Secondo me sì.


La frase: Questi erano gli amabili resti, cresciuti intorno alla mia assenza. I legami, a volte esili, a volte stretti a caro prezzo, ma spesso meravigliosi. Nati dopo che me n'ero andata, e cominciai a vedere le cose in un modo che mi lasciava concepire il mondo senza di me... (Susie Salmon)

Il film è:

Voti: 
35mm: 3 / 5 
Cinema.it: 3,5 / 5 
CinemaDelSilenzio: 6 
IlCinematografo: 3 / 5
IMDB: 6,7
FilmTV: 4 / 5
MyMovies: 2,7 / 5
GliSpietati: 6,20
Mio: 6,5

lunedì 16 novembre 2009

Antichrist



Titolo originale: Antichrist 
Nazione: Danimarca / Germania / Francia / Italia
Anno: 2008
Durata: 104'
Regia: Lars von Trier
Interpreti: Wiliam Dafoe, Charlotte Gainsbourg
Trama: “Antichrist” si basa sulla teoria secondo la quale sarebbe stato Satana e non Dio a creare il mondo. Una coppia che sta cercando di superare il lutto della morte di un figlio, si rifugia nell’”Eden”, la loro isolata casa nei boschi, nella speranza di risolvere i loro problemi e salvare il loro matrimonio. Ma la Natura farà il suo corso, e le cose volgeranno presto dal male al peggio …



La prima volta che l'ho visto mi ha scosso e turbato. Un primo impulso mentale mi diceva che avevo appena visto un film confusionario e violento, ma non mi sono fermato davanti a questo muro eretto dal mio cervello, ho cercato di rimuovere il velo davanti agli occhi e ho cominciato a ricercare simboli, allegorie, qualcosa o qualcuno che mi aprisse la mente. Quello che segue è il risultato delle mie ricerche, un articolo che sapesse aprirmi a nuove visioni e spiegazioni. A margine aggiungerò qualche appunto su alcuni simboli ed un link ancora più esaustivo su questo splendido film.
Buona lettura.




"Antichrist", gratta gratta c'è tanta letteratura

di Andreina Sirena Il Tempo
Una pellicola brulicante di citazioni letterarie e filosofiche con le misure e le dismisure di uno stato ipnotico. Un'autentica opera d'arte indecifrabile alla maggioranza, accolta dal pubblico come «Le Fleur du mal» di Baudelaire nel 1857 o «Inferno» di Strindberg del 1897. Per fortuna non è il tempo delle censure e delle condanne cinematografiche anche se le diffamazioni costruite dalla critica riescono peggio dei roghi dell'Inquisizione. Veniamo a Strindberg. Quasi tutti lo hanno citato commentando il film poiché il regista stesso in un'intervista lo indica come fonte d'ispirazione. Ma possibile che nessuno sia risalito a «Inferno»? Possibile che tutti abbiano creduto che la Gainsbourg e Dafoe fossero una coppia qualsiasi a cui capita la disgrazia di perdere un figlio? Allora da dove sbucherebbe fuori il titolo «Anticristo»? Un'insegna luccicante per gli assonnati popcornisti-filosatanisti in cerca di emozioni pornosplatter? Non ci voleva troppo a sfogliare «Inferno» e svelare il capolavoro criptico di von Trier. Il bambino che cade dalla finestra all'inizio del film altro non è che Lucifero detronizzato, la cui caduta dal cielo genera dolore, pena e disperazione (le tre statue che cadono a terra). Tutto avviene in perfetta simmetria con la scoperta del male suggellato dall'amplesso dei due protagonisti (I progenitori cacciati dal Paradiso). Da questo momento il sesso sarà solo dolore e punizione e l'Eden diventerà il luogo delle paure arcane dove il mistero tremendum e fascinans della natura sarà svelato. Lo scontro fra i due sessi diventa la macroguerra di tutti i tempi tra ragione e istinto. Oltre a Strindberg la pellicola pullula di riferimenti a Baudelaire e Jung. Tutti e tre hanno un denominatore comune: gli «Arcana Coelestia» di Swedenborg e la dottrina delle corrispondenze. Cominciamo con Baudelaire. L'opera di Von Trier è una vera e propria petrarchizzazione dell'orribile in cinematografia. Numerose le citazioni da «I fiori del male». Innanzitutto la natura come tempio di simboli (Corrispondences) dove profumi, colori e suoni si rispondono (la caduta delle ghiande che diventa pianto per il defunto, l'uomo e il corvo accomunati dalla paura della morte, il grido della donna che scuote il cerbiatto). La Carogna nella visione dell'animale col ventre aperto e brulicante a ricordarci che "sotto l'erba e le grasse fioriture marciremo fra le altre ossa". E ancora Le Litanìe di Satana, il «De profundis clamavi», «L'Heatontimorouménos» dove il colpevole si auto castiga e dove l'acqua della salvezza diventa eaux de la souffrance (numerosi i riferimenti all'acqua - connotato fondante del cinema di Tarkovskij a cui il film è dedicato - nella sua accezione di ventre materno che culla e stritola come la lavatrice della scena iniziale, nella libido dell'attraversamento del torrente dell'Eden, nell'accezione più ampia di purificazione). Nella regressione primordiale verso gli strati oscuri dell'inconscio, la donna assume le sembianze di una strega junghiana, totemica e assoluta, che una volta messa al rogo permette di fare chiarezza. Il film ha una perfezione formale e una compiutezza sacrale, inizia con una caduta e termina con una salita, come la Divina Commedia, rievocata in più punti nella fotografia. L'Eden si riaffolla, la natura torna sorella. C'è la visione di un popolo in pellegrinaggio che ricorda una scena de «L'Enigma di Kasper Hauser» di Herzog. La méta in alto non è visibile ma lascia presagire sulle note di Handel l'ascensione verso una promessa più grande.
Da Il Tempo, 31 maggio 2009

Per un ulteriore approfondimento, consiglio vivamente di leggervi questo post 




La frase: "Una donna che piange è una donna che trama" 
  
Voti:
35mm: 2 / 5
Cinema.it: 2 / 5
CinemaDelSilanzio:  6,25
Cinematografo: 3 / 5
FilmTv:  2 / 5 
IMDB: 6,9
MyMovies: 2,53 / 5
Spietati: 7,70
Mio: 8

sabato 27 settembre 2008

In missione per il diavolo


E' domenica pomeriggio, ho appena finito di degustare un bel pranzetto, sto cazzeggiando beatamente sul divano in attesa delle 15.30, orario di inizio della partita tra San Lorenzo e San Canzian. Non devo giocare ma scriverne la cronaca sul Piccolo e, sinceramente, vista la miseria di soldi che mi danno (15 € lordi ad articolo....) sto cominciando a stufarmi.
Sto zappignando tra i vari canali quando vengo attratto da un telefilm su Mtv. C'è un tizio di nome Sam, a colloquio con i suoi genitori, l'atmosfera di contorno è surreale. Incuriosito continuo a seguire le vicende del protagonista a cui cominciano a capitare avvenimenti strani nel giorno del suo 21° compleanno. Col passare del tempo sembra che sia dotato di strani poteri che nemmeno lui pensava di avere. La cosa più strana è il comportamento dei genitori menefreghisti nei suoi confronti a dispetto del fratello trattato con tutte le grazie, il tutto fino a questo giorno in cui si mostrano stranamente affettuosi ed apprensivi celando sempre qualcosa di misterioso.
E poi appare uno strano individuo ben vestito, sguardo ammiccante su cui è stampato un sorriso perfido. Chi è chi non è, si scoprirà essere il diavolo in persona. Si scoprirà che l'anima di Sam gli è stata venduta dai suoi genitori quando erano giovani. Si scoprirà che Sam dovrà diventare una specie di cacciatore di taglie per conto del diavolo, in poche parole dovrà recuperare le anime scappate dall'Inferno il tutto con .... un aspirapolvere per macchina (almeno nella prima puntata perché ho scoperto che ogni volta dovrà utilizzare un giocattolo diverso rinchiuso in un bauletto di legno). Assurdo? mai quanto i dialoghi surreali, ironici, in una parola divertenti. Guardandolo mi è venuto in mente un libro che ho letto di recente e che consiglio per gli amanti dell'horror un pò grottesco: "Un lavoro sporco" di Christopher Moore. Purtroppo a causa dell'impegno di cui sopra non ho potuto seguire la fine della puntata ma sono corso ai ripari scaricandomi la serie su internet.

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