martedì 16 febbraio 2010

Uno sguardo di luce dal cielo

Ci sono situazioni, emozioni che ti spaccano il cuore, ti feriscono l'anima, bloccano l'esistenza, il tuo essere uomo/donna, essere vivente. Ci sono momenti in cui ti accorgi di aver commesso una leggerezza e vorresti possedere una macchina del tempo per poter ripianare lo sbaglio.
Ma alle volte, un segno, una visione, uno stato emozionale, ti fanno capire che tutto è a posto, e le tue preoccupazioni svaniscono, si dissolvono nel nulla. Queste parole racchiudono il mio stato d'animo, il turbamento di un'anima scossa per una perdita improvvisa.
Tutto è iniziato giovedì mattina alle 7. Lo squillo del telefono ha interrotto il riposo quotidiano; era uno squillo sordo ma pesante e non presagiva niente di buono. Poi quel nome sullo schermo del portatile: "Nonna". Mia mamma capì subito, con la mano tremante si accinse ad aprire nuovamente la porta del dolore. La nonna aveva raggiunto il culmine della sua esistenza ed era tornata a fare coppia con il nonno.
Il primo pensiero è andato subito a quella mancanza, a quella rinuncia di passare il Natale con i parenti solo per evitare stupide discussioni, sguardi e parole non dette di cui non sento il bisogno di scriverne. Ho sempre cercato di evitare di cadere in queste trappole dettate da leggerezze superflue, ma, tirando le somme, ci sono cascato in un altro modo. Mia mamma e mio fratello l'avevano potuta salutare in gennaio, il mio risaliva ad almeno un anno e mezzo fa.
Eviterò di tediarvi selle peculiarità e sugli orrori che comporta un lutto nel meridione, magari in un altro post e con un altro spirito. Voglio solo raccontarvi di come un raggio di sole ha dissolto le mie turbolenze interne.
Il giorno del funerale il cielo era grigio e minaccioso, ed una pioggia ghiacciata aveva accompagnato il nostro ingresso nella chiesa. Grigiore si accumulava a grigiore, le lacrime si mischiavano alla pioggia. Nell'attimo in cui ci apprestavamo a recitare il Padre Nostro, ci siamo presi per mano (almeno così si usa) ed ecco che, all'improvviso, un raggio di sole ha squarciato le nuvole e si è insinuato nella finestra che dava sull'altare illuminandolo insieme alla bara della nonna. Per un attimo rimasi interdetto e mi accorsi che nessuno, nella macchinosità della liturgia, riuscì a scostarsene e ad accorgesene. All'inizio pensai "finalmente il tempo ci da un attimo di tregua". Mi sbagliavo, lo sguardo accecante del sole si interruppe con il concludersi della preghiera.
Un segno? Un messaggio? In un primo momento non l'avevo proprio considerato. Ma quando questo si è ripetuto proprio alla fine della liturgia, allora ho pensato subito che la nonna abbia voluto prima salutarmi e poi salutare un'ultima volta tutti i presenti.
Questo è stato, è e sarà il mio pensiero e la mia convinzione.

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