mercoledì 29 aprile 2009
Il Vangelo Secondo Gesù Cristo
«Come tutti i figli degli uomini, il figlio di Giuseppe e Maria nacque sporco del sangue di sua madre, vischioso delle sue mucosità e soffrendo in silenzio». Questa visione umana della nascita di Gesù, basterebbe a rappresentare la forza narrativa di Saramago.
Contrastato fin dalla sua uscita per la durezza con cui vengono descritti fatti e pensieri, è sicuramente la figura del figlio di Dio descritto, né più né meno di qualsiasi altro uomo, ad aver dato fastidio. La sua figura, viene descritta come quella di un giovane, con le sue debolezze, le sue paure, le sue ansie, la sua inesperienza, un uomo del tutto uguale agli altri uomini, che strada facendo impara e cresce, fino a diventare un punto di riferimento per molti, il portatore di un nuovo pensiero. Molti i punti controversi messi in discussione:
• La nascita di Gesù, avvenuta da un rapporto carnale tra i suoi genitori, e la presenza di diversi e numerosi fratelli di Gesù;
• La morte di Giuseppe, padre di Gesù, che avviene per crocifissione, nel suo trentatreesimo anno di vita;
• L'amore - anche sensuale - di Gesù per la Maddalena;
• La vicinanza tra Dio e Diavolo, figure quasi speculari, complementari l'una all'altra («Per me non esiste né davanti né dietro», dice Dio, nella sua prima apparizione, quasi volesse riassumere, nella sua presenza universale, infinita, sia il Bene che il Male);
• la figura di Dio è tratteggiata come autoritaria, vendicativa, crudele, spesso mossa da intenzioni nascoste e insensate;
• Le apparizioni di angeli e i miracoli vengono ricondotti alla quotidianità, alla sfera della possibilità (Giuseppe non viene avvertito da un angelo dell'imminente strage degli innocenti, né cerca di fuggire in Egitto con la famiglia; o, ancora, Lazzaro muore, e l'autore descrive cosa dovrebbe o potrebbe fare Gesù per resuscitarlo, ma poi l'intenzione resta tale, e non si concretizza nell'atteso miracolo);
L’intento di Saramago è anche quello di raccontare gli usi e costumi dell'epoca e cercando così di spiegare il perché di certi luoghi comuni o errate interpretazioni della Bibbia come il viaggio di Giuseppe e Maria per andare a Nazaret che non avviene in solitudine, poiché a quel tempo si preferiva spostarsi in gruppo, in carovane, per dividere le spese e le fatiche del viaggio.
Il rapporto tra Gesù e Maria di Magdala è un altro dei punti caldi del romanzo. Si tratta dell'incontro tra una persona che ha passato molto tempo in solitudine (Gesù), che è ancora un ragazzo che ha le sue necessità, cui soprattutto manca una persona che provi nei suoi riguardi dell’autentico affetto. La Maddalena è una prostituta di alto bordo che ha un forte bisogno di essere trattata come una donna. L'unione delle due persone è inevitabile. Il Gesù di Saramago sa cogliere la vera essenza di quella donna che, per amore, è disposta a rinunciare alla sua vita precedente, e ad aspettarlo e accompagnarlo fino alla fine. Maria di Magdala è effettivamente l'unica persona che soffrirà in modo indicibile per la morte di Gesù, mentre Maria, madre del Cristo, che la tradizione vuole ai piedi della croce al momento della crocifissione, sarà distante e dimenticata, assente nell'ora della prova suprema.
Il rapporto tra Gesù e Dio è la parte più affascinante e coinvolgente del libro, è un rapporto conflittuale, segnato da inganni e menzogne, è il confronto con un Dio che mette sempre alla prova suo figlio, che lo affida al Diavolo perché gli insegni a vivere, che vuole usarlo per i suoi fini. È un Dio profondamente vendicativo, che si contrappone in modo assai evidente alla bontà, la compassione, e l'ingenuità di Gesù. Il primo incontro vede la richiesta, da parte di Dio, di un sacrificio cruento per suggellare la nuova Alleanza; il secondo si tiene in un lago avvolto dalla nebbia, e vi partecipa anche il Demonio. Ciò che emerge è un dialogo allucinante e trascinante da cui scaturisce il motivo per cui Dio vuole condannare al patibolo il proprio figlio:
“Che cosa vuoi da me, domandò, Per ora niente, ma un giorno vorrò tutto, Che cosa significa tutto, La vita, Tu sei il Signore, ci togli sempre le vite, Non ho altro rimedio, mica posso congestionare il mondo”
“E la mia morte, come sarà, A un martire si addice una morte dolorosa e, se possibile, infame perché l’atteggiamento dei credenti sia più facilmente disponibile, appassionato, emotivo”.
Gesù diventa lo strumento di un essere inumano, che si servirà ora di lui e più avanti di martiri innocenti (vengono elencati, per voce del Signore, centinaia di martiri e i loro supplizi) per i suoi fini.
Il Dio che Saramago tratteggia ne Il Vangelo secondo Gesù Cristo è una figura inquietante e spietata, assetata di gloria e di sangue (“Padre allontana da me questo calice, Che tu lo beva è la condizione per il mio potere e la tua gloria, Non desidero questa gloria, Ma io voglio questo potere”). Gesù, vedendo fallire il suo tentativo di sottrarsi alla volontà del Padre, con un rovesciamento tragico della versione canonica della sua morte, prende atto della propria impotenza di burattino con la frase rassegnata: «Uomini, perdonatelo, perché non sa quello che ha fatto».
Non è che l'ultima, definitiva resa di fronte a una divinità scorretta ed egoista, la cui presenza oscura domina l'opera fin dalle prime pagine.
Il Vangelo secondo Gesù Cristo è e rimane un autentico capolavoro che dimostra quanto sia “facile” riscrivere a proprio piacimento la storia di Gesù e le innumerevoli interpretazioni che si possono dare alla vicenda.
Alcune citazioni del libro:
“Se interpreterai bene la tua parte, cioè il ruolo che ti ho riservato nel mio piano, sono sicurissimo che in poco più di una mezza dozzina di secoli, sia pur dovendo lottare, tu ed io, contro tante avversità, da Dio degli Ebrei diventerò Dio di coloro che chiameremo cattolici, alla greca, E qual è il ruolo che mi hai destinato nel tuo piano, Quello di martire, figlio mio, quello di vittima, quanto c’è di meglio per diffondere una dottrina e infervorare una fede.”
“Secondo la tua concezione, cosa significa non essere morto, Significa per esempio, vedere per l’eternità come ti venereranno nei templi e sugli altari, al punto che in futuro la gente si dimenticherà parzialmente del Dio originario che sono io, ma questo non ha importanza, il molto si può spartire, il poco non va diviso.”
“Essendo Dio, devi sapere tutto,Fino a che punto, soltanto fino a un certo punto, A quale punto, Quello in cui comincia a essere interessante far finta di ignorare.”
“E per quale motivo credi che Dio sia un occhio e un orecchio e non due occhi e due orecchie come ce li abbiamo tu ed io, Affinché un occhio non inganni l’altro e un orecchio l’altro orecchio, per la lingua non c’è bisogno, è una sola, Anche la lingua degli uomini è duplice, serve tanto alla verità quanto alla menzogna, A Dio non è permesso mentire, Chi glielo impedisce, Lo stesso Dio, altrimenti si negherebbe da solo.”
“Ma se Gesù, che ha cominciato tanto bene, non si perderà strada facendo con l’età, forse arriverà pure a chiedersi il perché Dio abbia salvato Isacco e non abbia fatto niente per portare a salvamento quegli sventurati infanti che, innocenti del peccato come il figlio di Abramo, non hanno trovato pietà dinanzi al trono del Signore. E in tal caso, Gesù potrà dire al suo progenitore, Padre, non devi sopportare tutta la colpa, e nel segreto del proprio cuore magari oserà domandare, Quando arriverà, o Signore il giorno in cui verrai a noi per riconoscere i tuoi errori dinanzi agli uomini.”
Voto: 9
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento