E finalmente ce l'ha fatta!!!! Uno dei pochi premi decenti distribuiti quest'anno agli Oscar (sempre più deprimenti). La bellissima Natalie Portman centra l'obbiettivo di MIGLIORE ATTRICE dell'anno con la superba interpretazione di "Black Swan". Naturalmente sperare che il suddetto film, potesse portare a casa il premio di Miglior Film o Regia era vano, ma sognare è sempre bello. Purtroppo la realtà è sempre più brutta e distante e, ancora una volta, l'Academy premia un film ("Il discorso del re")che, seppur meritevole (almeno quello di quest'anno), rimane nettamente inferiore ad almeno altri 3; nell'ordine "Black Swan", "The Social Network", "Inception".
lunedì 28 febbraio 2011
martedì 22 febbraio 2011
Ci vuole Grinta
Titolo Originale: True Grit
Titolo Italiano: Il Grinta
Regia:
Ethan Coen, Joel Coen
Anno: 2010
Durata: 110'
Interpreti:
- Hailee Steinfeld (Mattie Ross)
- Jeff Bridges (Rooster J. Cogburn)
- Matt Damon (La Boeuf)
- Josh Brolin (Tom Chaney)
- Barry Pepper (Lucky Ned Pepper)
Trama: 1870. Nell'America di frontiera subito dopo la Guerra Civile, la quattordicenne Mattie Ross si mette in viaggio verso Fort Smith, nell'Arkansas, determinata ad ottenere giustizia per la morte del padre, ucciso a sangue freddo dal codardo Tom Chaney per due pezzi d'oro. L'uomo è fuggito in territorio Indiano, facendo perdere le sue tracce, ma Mattie è determinata ad inseguirlo per vederlo un giorno impiccato. La ragazza chiede aiuto ad uno dei più spietati sceriffi della città, l'ubriacone dal grilletto facile Rooster Cogburn, che, dopo aver rifiutato più volte, alla fine accetta il suo incarico. Ma ad inseguire Chaney c'è anche il ciarliero Texas ranger LaBoeuf, che dà la caccia al killer per riportarlo in Texas e riscuotere la grossa taglia che pende sulla sua testa - circostanza che porta il trio ad incontrarsi lungo la strada. Ciascuno guidato da un suo codice morale particolare, i tre formano un gruppo piuttosto improbabile che cavalca verso un futuro imprevedibile, avvolto nella leggenda e fatto di errori e brutalità, di coraggio e delusioni, sete di vendetta e purissimo amore.... [continua a leggere]
Nel recensire "True Grit" non posso non nascondere una certa delusione. Partito con le migliori intenzioni, l'eccessiva linearità di scrittura di molte recensioni mi avevano messo una pulce nell'orecchio, ponendomi già nel dubbio se queste fossero fin troppo allineate. Alla fine mi sono ritrovato più concorde con chi ha nutrito qualche dubbio sull'appellativo di capolavoro affibiatogli da gran parte della stampa. Mi è sembrato di rivivere la stessa emotività di "Hereafter", altro film eccessivamente sopravvalutato. Anzi, volendo citare Clint Eastwood, il suo "Gli Spietati" è di gran lunga superiore (infatti vinse l'oscar per miglior film e miglior regia).
Chiariamo il film è bello, ben girato e recitato, ma NON è un capolavoro, a tratti è noioso (la parte centrale) e, sinceramente, i dialoghi non sono poi così taglienti (i western sono pieni di questo tipo di battute, insomma niente di nuovo), i Coen hanno fatto di meglio e molto in passato.
Qualcuno ha trovato scandalosa l'assenza di nominations ai Golden Globes, ma ho trovato ben più esagerate le 10 nominations degli Oscar.
Se c'è qualcosa che manca nel film è l'epicità, il mito e, citando il titolo, la grinta. Dal canto suo il comparto di attori è notevole, a cominciare dalla scoperta Hailee Steinfeld. Jeff Bridges è sì gigantesco ma a momenti eccessivamente gigionesco, si vede quanto il personaggio l'abbia divertito.
Insomma rivedendo il predecessore "True Grit" del 69', il confronto è molto livellato, sicuramente quello dei Coen è più sporco e violento, ma l'epicità di John Wayne potrebbe essergli superiore.
La battuta: "Se voleva un funerale adeguato doveva farsi ammazzare d'estate."
Il film è:
Voti:
35mm: 3 / 5
Cinematografo: 3 / 5
CinemaDelSilenzio: 6,5
IMDB: 8,1
FilmTV: 4 / 5
MoviePlayer: 7,7
MyMovies: 3,8 / 5
MIO: 6
domenica 13 febbraio 2011
Rabbit Hole
Titolo Originale: Rabbit Hole
Titolo Italiano: Id.
Regia: John Cameron Mitchell
Durata: 90'
Anno: 2010
Interpreti:
Nicole Kidman | ... | ||
Aaron Eckhart | ... | ||
Dianne Wiest | ... | Nat | |
Miles Teller | ... | Jason | |
Tammy Blanchard | ... | Izzy | |
Sandra Oh | ... | Gaby | |
Giancarlo Esposito | ... | Auggie |
Trama: Becca e Howie Corbett sono una coppia felicemente sposata il cui mondo perfetto cambia per sempre quando il figlio Danny rimane vittima in un incidente. Lei, ex donna in carriera trasformatasi in casalinga, cerca di ridefinire la propria esistenza in un paesaggio surreale di amici e famigliari carichi di buone intenzioni, fino a trovare conforto in una misteriosa relazione con un giovane e inquieto artista di fumetti, Jason. L'ossessione di Becca per l'uomo la distrae dal ricordo di Danny, mentre Howie si immerge nel passato, cercando rifugio negli estranei che gli offrono ciò che Becca è incapace di dare. I Corbett, entrambi alla deriva, finiranno per prendere sorprendenti e pericolose decisioni nello scegliere il cammino che determinerà il loro destino.... [continua a leggere]
Rabbit Hole segna il ritorno in grande stile di Nicole Kidman. Dopo tanti film in cui appariva brava ma non eccelsa, l'attrice statunitense torna a deliziare il suo pubblico con una prova d'attrice che le ha permesso di ritornare alla ribalta con una nomination all'oscar. Ma non è solamente la sua presenza a fare di Rabbit Hole un film interessante (che non rimarrà sicuramente nella storia del cinema).
Lo script è solido e deriva da una piéce teatrale vincitrice del premio pulitzer, e il comparto formato dagli attori è all'altezza della situazione, da Aaron Eckhart, alla splendida Dianne West. Il dramma diretto da Cameron Mitchell (Edwig - La diva con qualcosa in più, Shortbus) riesce nella lodevole impresa nel non cadere nelle solite scene madri targate Hollywood, peculiarità di gran parte delle produzioni incentrate sulla rielaborazione di un lutto, in questo caso la perdita del figlio di 4 anni.
Mentre il marito Howie cerca la via d'uscita nella quotidianeità giornaliera (il lavoro, le partite a squash, il gruppo di incontro), Becca, ossessionata dalla presenza immaginaria del figlio, cerca di cancellarne le tracce trovando conforto nel rapporto con Jason, il ragazzo che ha ucciso loro figlio con la macchina.
Come detto in precedenza Mitchell non cade nelle trappole come la possibile relazione extra coniugale di Howie solo immaginata in un attimo di sconforto. Per fortuna il regista sceglie una strada diversa lasciando si uscire il dolore e la rabbia a piccole dosi, ma anche cercando, attraverso il finale, la consapevolezza che si può uscire dal dolore insieme. E se il dolore e il peso sono come "un mattone riposto in una tasca per tutta la vita", c'è la possibile illusione- consolazione che l'universo sia formato da mondi paralleli dove i nostri alter ego vivono una vita felice mentre noi rmaniamo in quella triste e questo, per Becca, è una certezza che sostituisce la fede in un Dio considerato "cinico e bastardo". E' il fumetto di Jason (da cui è tratto proprio il titolo del film) ad aprire la mente di Becca permettendole di aprire una porta utile a riavvicinarlo al marito. L'occasione sarà un barbecue organizzato con amici e parenti studiato per ritornare ad una "realtà" nascosta agli occhi degli altri, un nuovo inizio legato da due mani e l'intreccio delle loro dita.
Il dialogo:
Becca: Does it ever go away? Nat: No, I don't think it does. Not for me, it hasn't - has gone on for eleven years. But it changes though.
Becca: How?
Nat: I don't know... the weight of it, I guess. At some point, it becomes bearable. It turns into something that you can crawl out from under and... carry around like a brick in your pocket. And you... you even forget it, for a while. But then you reach in for whatever reason and - there it is. Oh right, that. Which could be aweful - not all the time. It's kinda...
[deep breath]
Nat: not that you'd like it exactly, but it's what you've got instead of your son. So, you carry it around. And uh... it doesn't go away. Which is...
Becca: Which is what?
Nat: Fine, actually.
Il film è: INTERESSANTE
Voti:
35mm: 4 / 5
Cinematografo: 3 / 5
CinemaDelSilenzio: 7
FilmTV: 4 / 5
IMDB: 7,4
MoviePlayer: 7,8
MyMovies: 3,63 / 5
Spietati: 6,5
MIO: 6,5
Etichette:
Cameron_Mitchell,
drammatico,
Film,
Recensioni,
USA
mercoledì 9 febbraio 2011
lunedì 7 febbraio 2011
Lupo ululà e castello ululì
Titolo Originale: Young Frankenstein
Titolo Italiano: Frankenstein Junior
Regia: Mel Brooks
Durata: 106'
Anno: 1974
Interpreti:
- Gene Wilder (Dr. Fredrick Frankenstein)
- Peter Boyle (The Monster)
- Marty Feldman (Igor)
- Cloris Leachman (Frau Blücher)
- Teri Garr (Inga)
- Kenneth Mars (Ispettore Hans Wilhelm Friederich Kemp)
- Gene Hackman (L'eremita cieco)
Trama: Alla lettura del testamento del barone Victor Von Frankenstein, si scopre che l'eredità và tutta al nipote Frederick, un brillante chirurgo di New York; il dot. Frederick, Frankenstein, secato dalla parentela con l'illustre predecessore, tentenna prima di accettare di recarsi al castello del nonno per fare un sopralluogo, ma alla fine intraprende un viaggio che lo porterà sulla strada di famiglia.
Beh penso che raccontare anzi, recensire, questo film sia superfluo e non perderò certo molto tempo nello scrivere. E' il capolavoro assoluto della comicità a livello cinematografico, punto.
E quale occasione migliore se non approfittare della sua riedizione al cinema per vederlo? Chi ne ha approfittato ha fatto solo che bene, agli altri dico recuperatelo in dvd/blu ray, magari guardandovelo in lingua originale....
La battuta: "Gobba? Quale gobba?"
Il film è: Capolavoro assoluto
Voti:
IMDB: 8
MoviePlayer: 8,4
GliSpietati: 9
35mm: 4 / 5
FilmTV: 5 / 5
Cinematografo: 5 / 5
MIO: 9
Etichette:
Comico,
Commedia,
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Mel_Brooks,
Recensioni,
USA
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