Nel panorama desolante della musica italiana dei giorni nostri, fa piacere ascoltare qualche voce fuori dal coro della commercialità becera. Dopo le meteore sanremesi subito ammutolite (forse per i testi di scottante attualità? O perché non adatti alla “cultura” dei reality show?) di Cristicchi e Fabrizio Moro, ecco il fulgido ritorno dei “Subsonica” forse il migliore (o l’unico?) gruppo italiano apparso sulla scena negli ultimi dieci anni. Una rock band che mischia l’elettronica e i sintetizzatori ai testi mai banali, e mai come in questo ultimo lavoro, rispecchiano in modo così aderente la realtà difficile dei giorni nostri. Il titolo del cd è quanto mai chiaro “L’Eclissi”, un s.o.s. lanciato dai cinque componenti verso una disgregazione sempre più incisiva della società odierna indifferente alle tematiche scottanti di cui si fa finta di non sapere e vedere: la precarietà, la mafia, la pedofilia, la guerra, il vuoto mediatico e culturale. Dodici brani lanciati in radio dal singolo “La Glaciazione ” che mette da subito in risalto il tema di questo vuoto che ci circonda e che prima o poi “esploderà”.
Una particolarità del lavoro svolto da Samuel e compagni, è lo stretto legame con la letteratura. Con “Piombo” si racconta la situazione di Napoli “dove il futuro è solo piombo…/sotto una cupola che sembra la normalità” e raccontata, nel libro “Gomorra” da Saviano, un autore capace di “rischiare tutto / e non essere niente”, che ha “il coraggio di chi sfida l’oscurità / quella di chi scrive denunciando la sua realtà”.
In “Canenero” si raccontano gli incubi di Paola C., un personaggio del libro “Dies Irae” di Giuseppe Genna, che ha subito un abuso sessuale durante l’infanzia. Una storia di cronaca ordinaria di una bambina che “ha paura a sentire il silenzio” di “un dolore bambino / che nessuno voleva vedere”, un incubo da cui “non si può scappare”.
Di grande impatto emotivo e strutturale in “Ali Scure”, la guerra viene esposta da chi sente e vede cadere le bombe, descrivendo l’attesa che porta a “chiudere gli occhi e poi / ali scure tagliano il cielo”, con la musica che incide sempre di più fino ad esplodere emulando lo scoppio delle bombe per poi osservarne gli effetti nel “fumo, pianti, echi pesanti” mentre “la sirena strilla contro il buio”.
Con “Alta Voracità” entra in gioco il nulla rappresentato dalla televisione dove “insetti che volteggiano nel nulla” sono pronti a “schiacciarsi contro i sogni” sacrificando il “collettivo della testa”, una dura critica verso un sistema che privilegia l’ignoranza, i furbetti (definiti “dei della finanza” che fanno festa). Lo scherma diventa lo specchio della nostra precarietà esistenziale, priva di valori.
L’urlo di dolore descritto in “Quattrodieci” è lacerante; un incidente in macchina, quello di Caterina una fotografa di scena amica del gruppo che la notte del 4 ottobre si immette nel buio della notte senza farvi ritorno per “un domani che non verrà”. Nel ritornello l’urlo sale alto ed è il più intenso e sentito dell’intero disco e il testo vale più di mille parole “per sentirti più forte / per urlare più forte / per soffrire più forte / e respirare più forte / per amare più forte / per colpire più forte / e abbracciare più forte / tutto il tempo che resterà”.
I brani sopra descritti contengono senza ombra di dubbio i testi più incisivi di un disco cupo e duro (e forse dell’intera discografia dei Subsonica) che vi lasciamo il piacere di scoprire un po’ alla volta preferibilmente al buio ed in rigoroso silenzio.
Una particolarità del lavoro svolto da Samuel e compagni, è lo stretto legame con la letteratura. Con “Piombo” si racconta la situazione di Napoli “dove il futuro è solo piombo…/sotto una cupola che sembra la normalità” e raccontata, nel libro “Gomorra” da Saviano, un autore capace di “rischiare tutto / e non essere niente”, che ha “il coraggio di chi sfida l’oscurità / quella di chi scrive denunciando la sua realtà”.
In “Canenero” si raccontano gli incubi di Paola C., un personaggio del libro “Dies Irae” di Giuseppe Genna, che ha subito un abuso sessuale durante l’infanzia. Una storia di cronaca ordinaria di una bambina che “ha paura a sentire il silenzio” di “un dolore bambino / che nessuno voleva vedere”, un incubo da cui “non si può scappare”.
Di grande impatto emotivo e strutturale in “Ali Scure”, la guerra viene esposta da chi sente e vede cadere le bombe, descrivendo l’attesa che porta a “chiudere gli occhi e poi / ali scure tagliano il cielo”, con la musica che incide sempre di più fino ad esplodere emulando lo scoppio delle bombe per poi osservarne gli effetti nel “fumo, pianti, echi pesanti” mentre “la sirena strilla contro il buio”.
Con “Alta Voracità” entra in gioco il nulla rappresentato dalla televisione dove “insetti che volteggiano nel nulla” sono pronti a “schiacciarsi contro i sogni” sacrificando il “collettivo della testa”, una dura critica verso un sistema che privilegia l’ignoranza, i furbetti (definiti “dei della finanza” che fanno festa). Lo scherma diventa lo specchio della nostra precarietà esistenziale, priva di valori.
L’urlo di dolore descritto in “Quattrodieci” è lacerante; un incidente in macchina, quello di Caterina una fotografa di scena amica del gruppo che la notte del 4 ottobre si immette nel buio della notte senza farvi ritorno per “un domani che non verrà”. Nel ritornello l’urlo sale alto ed è il più intenso e sentito dell’intero disco e il testo vale più di mille parole “per sentirti più forte / per urlare più forte / per soffrire più forte / e respirare più forte / per amare più forte / per colpire più forte / e abbracciare più forte / tutto il tempo che resterà”.
I brani sopra descritti contengono senza ombra di dubbio i testi più incisivi di un disco cupo e duro (e forse dell’intera discografia dei Subsonica) che vi lasciamo il piacere di scoprire un po’ alla volta preferibilmente al buio ed in rigoroso silenzio.
Tracce:
VelenoAli Scure
La Glaciazione
L'Ultima Risposta
Il Centro Della Fiamma
Nei Nostri Luoghi
Quattrodieci
Piombo
Alta Voracità
Alibi
Canenero
Stagno
La Formazione:
Samuel - voce principale
Max - voce e chitarra
Boosta - voce e tastiere
Ninja - batteria
Vicio - basso
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