lunedì 1 marzo 2010

In un bicchiere d'acqua

Io alle volte non riesco proprio a capire l'ego incondizionato delle persone. Non parlo di chi sta seduto sulle poltrone dei piani alti, ma parlo della gente di ogni giorno, di coloro che dovresti ritenere "normali" e che, invece, nel loro piccolo riescono a perdersi in un bicchiere d'acqua.
Ieri mattina, dopo aver preso il mio caffè domenicale nel bar della piazza, mi stavo avviando verso casa quando vengo fermato dal presidente della squadra di calcio.
PREMESSA: il 20 marzo ci sarà la cena annuale dei Donatori di sangue, e, oltre agli inviti a tutti i soci donatori, abbiamo inviato le lettere anche alle "autorità" ed a tutte le associazioni del paese.
Insomma come vi dicevo il presidente mi ha fermato e mi ha chiesto: "Guarda che mi è arrivato l'invito ma mi dovresti fare un'altra lettera perché l'intestazione è errata, non siamo più una polisportiva, siamo una A.S.D.".
Il tono era alquanto altezzoso e fastidioso, al che ho replicato: "Prova a sentire il presidente visto che le lettere ce le ha lui", "Con il presidente ci parlo lo stretto indispensabile. Mi ha risposto che non ha ricevuto alcuna comunicazione su il cambio del nome per cui non stampa un altro invito".
Dopo un attimo di incredulità ho lasciato perdere perché parlare con chi non ha una logica semplice e ben articolata non ha senso.

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