domenica 2 marzo 2008

Persepolis

Regia:
Vincent Paronnaud
Marjane Satrapi
Anno: 2007
Paese: Francia / USA
Durata: 95 min.

Marjane Satrapi è una bambina iraniana che ha due ossessioni "radersi le gambe e diventare un profeta". Figlia di genitori dalla mentalità aperta è particolarmente legata alla saggia nonna, ha 8 anni quando con la rivoluzione iraniana, il Paese passa dalla dittatura dello Scià alle assurdità del fondamentalismo dove le donne sono costrette a portare il velo e non hanno diritto a parlare, ad esprimere opinioni. La guerra con l'Iraq e l'assassinio ingiustificato dello zio non faranno che accentuare la situazione di difficoltà. Il suo carattere ribelle costringerà i genitori a farla studiare a Vienna per evitare ritorsioni fondamentaliste. Ha 14 anni e arriva nell'Europa delle libertà senza velo, ed è pronta per la sua seconda rivoluzione, l'adolescenza. Troverà amore, illusione, gioia e tristezza ma soprattutto un senso di indifferenza, solitudine e di pregiudizio verso la sua nazionalità, venendo identificata con l'estremismo da cui scappa. Questo senso di frustrazione la porterà a mentire sulle sue originimentre parla con un ragazzo durante una festa tradendo per un attimo la nonna che, prima di partire, le aveva raccomandato di "non scordare mai le proprie origini e la propria integrità". Rimasta sola in un Paese straniero dopo un'amore finito male, ritornerà in Iran dove combattendo la mentalità islamica studierà arte riuscendo a laurearsi. A 25 anni sceglierà l'esilio nella Francia dove vive attualmente. Persepolis è una magia visiva in bianco e nero con sprazzi di colore rappresentanti il presente. Scampata alle sirene hollywoodiane (per fortuna visto che Jennifer Lopez doveva interpretare sua madre...), in tre anni di lavoro, collaborando con Vincente Parranoud, il risultato è un film che dimostra come non servono meraviglie tecnologiche per fare un ottimo film ma una storia. Dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto gli oscar siano una mezza bufala, Ratatouille, per quanto buono, non meritava il premio di miglior film d'animazione. Narrato con una semplicità e una forza disarmante, l'autrice non disdegna tocchi ironici e umoristici. Si ride a i denti stretti davanti al mercatino illegale di cassette, la Venere di Botticelli censurata, lo scambio di opinioni sugli ABBA durante una lezione scolastica. Si ride di gusto e con dolcezza davanti ad una bambina che ti conquista fin da subito, o davanti alla sua scoperta del punk. Ma Marjane ti fa soprattutto riflettere sulle assurdità di questo estremismo (non solo islamico), sulla guerra, su un Occidente pieno di pregiudizi incapace di accogliere una persona per quello che ma solo per quello che dovrebbe rappresentare. Marjane in un'intervista ha detto "Mi piacerebbe che il pubblico occidentale imparasse a considerare gli iraniani esseri umani come tutti gli altri e non nozioni astratte come 'terroristi' o l''Asse del male'. Perchè le prime vittime del fondamentalismo sono proprio gli iraniani". Ci uniamo volentieri a questo augurio anche grazie ad un film da vedere, ricordare e conservare nel cuore e nella testa per sempre.

Voti:
Cinema del silenzio: 8
IMDB: 8.2
35mm: 3.5/5
Mymovies: 3/5
MIO: 9

"The first marriage is practice for the next one."

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