Regia:
Paolo Virzì
Isabella Ragonese (Marta)
Sabrina Ferilli (Daniela)
Massimo Ghini (Claudio)
Valerio Mastrandrea (Giorgio)
Elio Germano (Lucio 2)
Micaela Ramazotti (Sonia)
Anno: 2008
Paese: Italia
Durata: 117'
Che brutto paese è diventato l'Italia, enorme discarica di donne e uomini di plastica, lavoretti meschini e alienanti, forum di chiacchiere da post reality, teatro dell'assurdo di relazioni senza futuro, probabilmente già nulle nel presente. Tutti a uniformarsi alla mediocrità, il talento viene mortificato dalla mancanza di proposte degne ed esiliato altrove, l'unico merito ad essere premiato è quello che fa procedere al meglio l'enorme fregatura dei nostri tempi, che ci convince che stupido è bello, che accontentarsi è la nuova frontiera e che servire il padrone con entusiasmo e tenacia, ammirandolo e adorandolo con la testa sotto la sabbia finché morte o licenziamento non ci separi, è l'unica possibilità di nobilitarsi. Ha un occhio attento Paolo Virzì che, insieme all'altro sceneggiatore Francesco Bruni, prova a descrivere il nostro paese (mai così piccolo e misero) entrando nel disperato mondo del lavoro precario, della donna che si è siliconata pure la parità dei sessi, dei giovani addestrati ad essere idioti, ad annullare la propria personalità. E “Tutta la vita davanti” non può essere commedia perché trasuda ferocia e tristezza da ogni sua immagine, sussurrando come carnefici subalterni e vittime sacrificali abbiano in realtà in comune la stessa deprimente vita di stenti, chi in ambito economico, chi nelle relazioni umane.
L'incipit surreale del film, con una Roma ballerina al suono dei Beach Boys a salutare con pallido entusiasmo il nuovo giorno, introduce lo spettatore e la protagonista nell'universo perverso del lavoro, dove si chiede di essere entusiasti e vincenti anche nel nulla, prima che la voce fuori campo, ci racconti vita, doti e trionfi universitari della ragazza col cervello ancora immacolato, destinata ad una brillante carriera da telefonista. Il suo volto è quello della quasi esordiente Isabella Ragonese, deliziosa e bravissima giovane attrice da coccolare, che si cala a perfezione nel ruolo di una neo-laureata in filosofia, con tanto di abbraccio accademico, costretta ad un lavoro precario presso il call center della Multiple. Il suo approccio a questo bizzarro mondo, che cerca di mascherare, con canzoncine e balletti del buongiorno, lo squallore dei raggiri ai danni di utenti telefonici che si illudono della buona fede della voce di turno, è ricco di curiosità senza boria, è il nostro sguardo in situazioni e ambienti dalle quali vorremmo sinceramente stare alla larga. Ma il film di Virzì va oltre, tocca temi critici della nostra società fondata sulla "mancanza" (di soldi, lavoro, amore, amicizie sincere e quant'altro) arrischiandosi addirittura in territori scomodi come il suicidio, la prostituzione on line e il fascino inoffensivo della canna, e riesce a graffiare, senza mai essere superficiale.
(Recensione tratta, con qualche modifica, dal sito Castelrock)
Voti:
Cinema del Silenzio: 6
IMDB: 6,3
35 mm: 3/5
Mymovies: 3,5/5
Mio: 7
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