venerdì 23 ottobre 2009

Bah..arìa



Titolo: Baarìa
Regia: Giuseppe Tornatore 
Interpreti:
Francesco Scianna ... Peppino Torrenuova
Margareth Madè ... Mannina
Raoul Bova ... giornalista
Giorgio Faletti ... Corteccia
Leo Gullotta ... Liborio
Nicole Grimaudo ... Sarina giovane
Angela Molina ... Sarina anziana
Enrico Lo Verso ... Minicu
Nino Frassica ... Giacomo Bartolotta
Ficarra ... Nino
Picone ... Luigi
Marcello Mazzarella ... Podestà
Durata: 150’
Anno: 2009
Produzione: Italia / Francia

Trama: Baarìa è sia il nome arabo sia la pronuncia dialettale di Bagheria; Tornatore rappresenta la vita a Bagheria tra gli anni '30 e gli anni '60. Una storia, divertente e malinconica, di grandi passioni e travolgenti utopie. Una leggenda affollata di eroi... Una famiglia siciliana raccontata attraverso tre generazioni: da Cicco al figlio Peppino al nipote Pietro... Sfiorando le vicende private di questi personaggi e dei loro familiari, il film evoca gli amori, i sogni, le delusioni di un’intera comunità vissuta tra gli anni trenta e gli anni ottanta del secolo scorso nella provincia di Palermo. Negli anni del fascismo Cicco è un modesto pecoraio che trova, però, il tempo di dedicarsi al proprio mito: i libri, i poemi cavallereschi, i grandi romanzi popolari. Nelle stagioni della fame e della seconda guerra mondiale, suo figlio Peppino s’imbatte nell’ingiustizia e scopre la passione per la politica.



Delusione, questa è stata la prima parola che mi è venuta in mente per esprimere la mia sensazione al termine dei 150 minuti di "Baarìa". Nonostante le critiche spulciate qua e là, mi ero approcciato alla visione del film con animo alquanto fiducioso. Attraverso le recensioni cerco di farmi una prima idea sulle possibilità qualità del film che sto per vedere, ma non sempre mi ero trovato in accordo con esse, per cui anche in questo caso speravo in una smentita sul campo, cosa che, purtroppo, non è avvenuta. Già dopo pochi minuti di proiezione, praticamente dopo la punizione inflitta dalla maestra al piccolo Terranuova, avvertivo che qualcosa non andava. Suggestione, bollatura preventiva della mia mente, suggestionata dai fiumi di inchiostro virtuali della rete? Per carità Tornatore dimostra che, tecnicamente,  il suo mestiere lo sa fare bene, ha completa padronanza del mezzo, ma è proprio questa sua consapevolezza il suo limite che lo porta a strafare ad esagerare, compiacendosi con carellate, dolly, scene madri, il tutto coadiuvato da una colonna sonora continua targata Morricone. La storia si regge intorno alla famiglia Terranuova dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, ma senza appassionare. I suoi rappresentanti non colpiscono l'immaginario e non rimarranno sicuramente nella memoria.

Una cosa fastidiosa sono i continui cammei di attori italiani tutti accorsi per apparire anche solo un secondo... manco parlassimo di Scorsese... Il più inutile in assoluto quello della Bellucci. Non sapendo cosa farle fare, memore della precedente esperienza con "Malèna", il buon Tornatore decide per una citazione.... e così eccola farsi palpeggiare allegramente da un muratore per circa 3 secondi sotto gli occhi vigili degli alunni di una scuola e del loro professore. Non c'è che dire una sciccheria. Anche l'insistente presenza di Beppe Fiorello e la sua battuta "V'accatto i dollari" alla 5^ (QUINTA!!!) volta non si digerisce più e poi non si capisce sempre con il primo piano, insomma una volta che gli hai concesso la prima pagina puoi sempre mantenerlo a margine, non è perché ogni volta che un personaggio arriva nella piazza bisogna inquadrarlo per fargli recitare la "battuta", si nota anche in sottofondo volendo. Insomma alla fin fine che c'è da dire, grandi scenografie, grandi carrellate, belle immagini (su tutte la panoramica sulla Sicilia quando Peppino spiega al giornalista i luoghi dove sono avvenuti agguati mafiosi), ma manca tutto il resto. L'impressione che se ne trae è quella di un Tornatore capace di girare un film fin troppo personale sulla sua terra, dimenticandosi del pubblico. Insomma peccato.



La frase: Noi Terranuova vorremmo abbracciare il mondo, ma abbiamo le braccia troppo corte.

Voti:
FilmTV: 2 / 5
Cinema.it: 2 / 5
MyMovies: 3,1 / 5
35mm: 4 / 5
Cinema del Silenzio: 7
IMDB: 6,8
Gli Spietati: 5,1
MIO: 5,5

martedì 20 ottobre 2009

Doppia ora dimezzata


Titolo: La doppia ora
Regia: Giuseppe Capotondi
Interpreti:
Filippo Timi ... Guido
Antonia Truppo ... Margherita
Gaetano Bruno ... Riccardo
Michele Di Mauro ... Dante
Lucia Poli ... Marisa
Lorenzo Gioielli ... Direttore Hotel
Durata: 95'
Anno: 2009
Paese: Italia


Trama: Sonia viene da Lubiana e fa la cameriera. Guido è un ex poliziotto e lavora come custode in una villa. Si incontrano in uno speed date. Lui è un cliente fisso. Per lei è la prima volta, e si vede. Poche parole, un’istintiva attrazione. In pochi giorni imparano a conoscersi, a svelare le proprie ferite. Sono sul punto di innamorarsi, quando Guido muore improvvisamente, durante una rapina nella villa che dovrebbe custodire. Sonia si ritrova da sola a elaborare un lutto di cui non riesce a trovare il senso e, di cui, alcuni addirittura la ritengono responsabile. Mentre il passato di Sonia ritorna, con tutti i suoi nodi non risolti, la realtà che la circonda comincia a collassare, fino a crollarle addosso. Chi è veramente Sonia? E soprattutto, è davvero Guido quello che lei continua a vedere?



Possiamo dirlo? Era ora che si vedesse qualcosa di nuovo nello stitico panorama italiano.... Finalmente qualcuno che prova, dopo Paolo Sorrentino, a rinnovare l'ottica cinematografica nostrana. E anche se il film non è del tutto riuscito, ben venga l'esordiente Capotondi capace di rischiare in un genere, il thriller, non proprio consono alle nostre corde. L'impressione finale è quella di un vorrei ma non posso o non me la sento, paura condivisibile da esordio, perché dopo una prima parte efficace e molto suggestiva (splendida la sequenza del risveglio) e con uno stile alla "Sesto senso", la seconda, virata al melodramma,perde di ritmo e fantasia lsciandosi trascinare un pò stancamente. Un peccato anche perché il tutto è supportato da un comparto tecnico di prim'ordine grazie ad una fotografia cupa e misteriosa, un ottimo montaggio ed un sonoro pressoché perfetto. Ma sono soprattutto i due interpreti principali ad essere in splendida forma: Kseniya Rappoport (vincitrice della Coppa Volpi a Venezia) da la giusta carica di fragilità psicologica a Sonia, mentre Filippo Timi, dona ombre e disperata tenerezza a Guido.

La frase: "Non ero pronto a te".

Voti:
35mm: 2,5 / 5
Mymovies: 3,07 / 5
Cinema del Silenzio: 7,5
Il Cinematografo: 3 / 5
Cinema.it: 3 / 5
Filmtv.it: 4 / 5
Gli Spietati: 5,87
IMDB: 7,1
MIO: 6,5

giovedì 15 ottobre 2009

Faccia tosta


"Abbiamo guadagnato la qualificazione matematica a Dublino - ha detto Lippi - ho cambiato la squadra per undici undicesimi, una cosa insolita, che non esiste nel calcio. Appena abbiamo un po' di difficoltà la gente anziché incitarla, si mette a inneggiare a giocatori che non ci sono (Cassano n.d.r). Ciò è assolutamente vergognoso. La si deve amare di più questa squadra".

Riprendendo il post precedente, cosa dovrebbero dire gli allenatori della pallavolo (Barbolini) e della scherma che con tutto quello che vincono non vengono mai cagati???
Riprendo un episodio del passato quando Radko Rudic portò la pallanuoto maschile ai massimi vertici vincendo un olimpiade, un'impresa storica. La squadra venne invitata alla Domenica Sportiva e, dopo quasi due ore di discussioni su moviole e quant'altro, passata la mezzanotte, il giornalista di turno si ricordò della loro presenza. Rudic con grande cordialità fece notare che avevano appena vinto un olimpiade, un'impresa per l'Italia, dopodiché fece alzare i suoi giocatori e, sempre cordialmente, levò il disturbo.
Ecco il signor Lippi dovrebbe sapere come funzionano le cose in Italia e specialmente nel calcio dove passi dalle stelle alle stalle nel giro di poco, ma non venga a fare l'offeso o l'indignato visto che la nazionale ha sempre un posto di primo piano nei notiziari sia ne bene che nel male. Se non gli sta più bene può anche starsene a casa e con quello che lo pagano dovrebbe ricordarsi che, probabilmente, tra quei pochi o tanti, che hanno urlato andate a lavorare, c'è gente che fa fatica ad arrivare alla fine del mese e che contribuisce al suo lauto stipendio, quindi silenzio e pedalare. Come ho già detto il gioco è vecchio e lui lo conosce molto bene quindi, ribadisco, se non gli va bene che se ne torni a Viareggio.

lunedì 12 ottobre 2009


Per chi non lo sapesse, negli ultimi 10 giorni lo sport nazionale ha ottenuto i seguenti traguardi:
Pallavolo femminile: Campionesse d'Europa;


Scherma:
ORO fioretto femminile
ORO fioretto maschile
ORO spada femminile
ORO fioretto (Andrea Baldini)
Argento sciabola maschile
Argento spada (Andrea Tagliariol)
Bronzo fioretto (Arianna Errigo)
PRIMI nel medagliere (record nei campionati mondiali).

Come dite stavate guardando la B? Discutevate se Cassano deve giocare? Se il pareggio con l'Irlanda era premeditato?
SCUSATE IL DISTURBO.....

giovedì 8 ottobre 2009

Basta che funzioni.... per me si.


Titolo: Basta che funzioni
Titolo originale: Whatever Works
Regia: Woody Allen
Interpreti:
Larry David ... Boris Yellnikoff
Carolyn McCormick ... Jessica
Conleth Hill ... Leo Brockman
Evan Rachel Wood ... Melodie St. Ann Celestine
John Gallagher Jr. ... Perry
Nicole Patrick ... Perry's Friend
Patricia Clarkson ... Marietta
Anno: 2009
Durata: 92'
Paese: USA / Francia

Trama: Boris Yellnikoff è un genio, e come tale si rende perfettamente conto dell’inutilità della razza umana. Un giorno, una ragazza fuggita dal Mississippi entra prepotentemente nella sua solitaria vita e la sconvolge al punto da arrivare al matrimonio…

Dopo le "vacanze europee", Woody Allen torna a girare nel suo habitat più consono, New York. E' un ritorno che gli fa bene dopo le ultime fatiche dove è emerso dalla mediocrità solo "Match Point". Ad aiutarlo una sceneggiatura scritta nei suoi anni d'oro, gli anni 70. Battute taglienti, dialoghi senza esclusione di colpi, e una messinscena più teatrale che cinematografica. Infatti questa impostazione ha fatto storcere il naso a qualche critico, aiutati dal fatto che proprio l'attore Larry David (Boris Yellnikoff nel film), nasce e recita con un impostazione di questo tipo e, visto che lo ritroviamo spesso a parlare con il pubblico in sala, mi pare che sia anche logico. Certo che nessuno si chiede che FORSE l'intento di Allen era di ottenere questo effetto... Poi non si capisce perché un impostazione teatrale non possa andare bene per il cinema, in altri film mi pare che è stata addirittura esaltata, e qui mi pare che la recitazione è più che buona. Probabilmente tutti si aspettano solo capolavori da Allen e il fatto che negli ultimi anni abbia perso la sua verve, consente ai critici di non accettare anche un film riuscito come questo. Io lo trovato divertente e ben sopra la media a tanti filmacci spacciati per buoni insomma per me "Basta che funzioni".

La frase:
"Dio è gay"
"Ma come se ha creato il cielo, la terra, gli animali..."
"Appunto è un arredatore"


Voti:
Il Cinematografo: 3 / 5
Cinema del Silenzio: 6,75
Cinema.it: 3 / 5
FilmTV: 4 / 5
MyMovies: 3,6 / 5
35mm: 4,5 / 5
IMDB: 7,7
MIO: 7

martedì 6 ottobre 2009

Bastardi epocali e molto di più


Titolo: Bastardi Senza Gloria
Titolo Originale: Inglorious Basterds
Regia: Quentin Tarantino
Attori/Personaggi:
Brad Pitt ... Lt. Aldo Raine
Mélanie Laurent ... Shosanna Dreyfus
Christoph Waltz ... Col. Hans Landa
Eli Roth ... Sgt. Donny Donowitz
Michael Fassbender ... Lt. Archie Hicox
Diane Kruger ... Bridget von Hammersmark
Daniel Brühl ... Pvt Fredrick Zoller
Til Schweiger ... Sgt. Hugo Stiglitz
Gedeon Burkhard ... Cpl. Wilhelm Wicki
Jacky Ido ... Marcel
B.J. Novak ... Pfc. Smithson Utivich
Omar Doom ... Pfc. Omar Ulmer
Paese: Francia / Germania / USA
Anno: 2009
Durata: 153'

Trama: I 'Bastardi senza gloria' sono soldati ebrei incaricati, durante la seconda guerra mondiale, di infliggere ai nemici tedeschi terribili punizioni. La squadra speciale degli 'Inglourious Basterds', capitanati dal tenente Aldo Raine, si troverà a collaborare con una spia degli Alleati, Bridget Von Hammersmark che lavora ad una missione per eliminare i vertici del Terzo Reich. Insieme arriveranno a Parigi, dove una donna di nome Shosanna Dreyfus sta progettando la sua personale vendetta, dopo aver assistito alla morte di tutta la sua famiglia per mano del colonnello nazista Hans Landa. Il luogo della resa dei conti è una sala cinematografica di Parigi gestita da Shosanna, dove il tenente Raine e i suoi 'Bastardi senza gloria' avranno l'occasione irripetibile di modificare il corso del conflitto e della Storia...

Potrei parlarvi dello spelendido capitolo iniziale del film, fatto di sguardi e dialoghi in salsa Sergio Leone, oppure del fenomenale Christoph Waltz nei panni del colonello nazista Hans Landa, che cancella dallo schermo TUTTI i bastardi lasciandoli veramente senza gloria a cominciare dal pur ottimo Brad Pitt (da recuperare in lingua originale...) ma più che una recensione del film (vi dico solo una cosa ANDATELO A VEDERE E BASTA), mi preme parlare di alcune sensazioni generatemi dalla visioni a mente fredda. Insomma cosa si cela dietro all'ultima fatica di Quentin Tarantino? Quali messaggi nasconde il sottobosco scenografico? Qua si parla di un nuovo modo nell'inquadrare il personaggio ebreo ed, oltretutto, nel periodo di maggior vessazione del "popolo eletto": la Seconda Guerra Mondiale. Il regista americano, oltre a dimostrare la sua maestria e la sua piena maturazione artistica, sembra celare alcune considerazioni dietro ad alcune battute e rappresentazioni. Tarantino ci parla di ebrei cattivi e sanguinari, maldisposti alla pena, sembra quasi che li equipari agli stessi nazisti. Purtroppo non avrò mai la possibilità di incontrarlo ed intervistarlo, ma mi piacerebbe sapere se questa simbiosi è da rapportare alla politica israeliana odierna attuata in Israele; se con il suo film abbia voluto far passare un messaggio che, forse, solo i più informati e obiettivi sono capaci di percepire e riconoscere: gli ebrei/israeliani/sionisti non sono così belli, bravi, buoni, innocenti e indifesi come si vuol far credere, che il loro animo è sporco dell'atto di vendetta perpetrato sui palestinesi in nome di una terra affibiatagli per "volere divino". Nel rogo finale, il volto di Shosanna viene proiettato con fare inquietante, sul fumo, mentre scorre la battuta: "Il mio nome è Shosanna è questa è la mia vendetta". Forse è solo una mia sensazione o forse anche no, come si può leggere qui.
Ci sarebbe da dire che se fosse vero, ci sarebbe dovuto essere una levata di scudi a difesa sionista gridando all'antisemitismo e infatti c'è da chiedersi come mai, insomma ogni volta che si cerca di calare un'ombra sugli ebrei è tutto un inforverarsi dei media/politici e qui l'ebreo è dipinto in modo veramente violento, e quindi? Probabilmente, sotto sotto, a loro piace questa immagine, gli piace essere visti violenti e sanguinari ma vincenti, gli piacerebbe avere una sala cinematografica dove proiettare il film ed esultare proprio come fanno i nazisti davanti alle gesta "eroiche e propagandistiche" del soldato Fredrick Zoller (Daniel Brühl) nella proiezione finale. Probabilmente, forse, chissà. Io continuo a pensare che qualcosa c'è.
Volendo tornare alla parte cinematografica del lungometraggio, c'è da segnalare l'esilarante battuta finale di Brad Pitt che, dopo aver inciso Landa, pronuncia la seguente battuta: "Probabilmente è il mio capolavoro", un esercizio di falsa modestia del regista? Secondo me non è il migliore ma, cinematograficamente parlando, è girato da Dio e ben pochi registi sono tutt'oggi in grado di raggiungere stabilmenti simili livelli. Forse solo Scorsese, Nolan, Mann, Spielberg (tecnicamente parlando) e Eastwood, tutti professionisti ancora capaci di creare magia in una sal cinematografica e, come detto all'inizio, basterebbe il primo capitolo vera goduria cinefila.

La frase: Ognuno di voi dovrà portarmi almeno cento scalpi di nazisti... E io voglio i miei scalpi!!!

Voti:
Gli Spietati: 8
Cinema del Silenzio: 7
35mm: 5 / 5
Cinema.it: 3 / 5
Il Cinematografo: 3 / 5
FilmTV: 4 / 5
IMDB: 8,6
MyMovies: 3,62 / 5
MIO: 8,5

giovedì 1 ottobre 2009

Il ritorno della sposa


Ieri sera, mentre vegetavo sul divano, decido di fare un ultimo giro sulla giostra televisiva. Dopo il solito calcio (a proposito stiamo andando sempre più a fondo e mi fa piacere), ecco apparire l'allegra banda della Dandini supportata dal gruppo di "Elio e le storie tese" in "posa messicana". Subito dopo arriva Vergassola che recita la famosa citazione di Pulp Fiction: Ezechiele 25.17: "il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre....
E poi eccolo apparire, tanto brutto tanto geniale. Così decido di sollazzarmi ancora un pò prima di andare a letto. Il frutto finale è la rivelazione che il buon Quentin ha intenzione di lustrarci nuovamente gli occhi con la sposa vendicatrice di Kill Bill, e visto che le vuole lasciare almeno 10 meritati anni di pace e tranquillità con il proprio figlio, dovremo aspettare fino al 2014 per riassaporarne le gesta.
Intanto mettetevi comodi.

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