Titolo: Baarìa
Interpreti:
Francesco Scianna ... Peppino Torrenuova
Margareth Madè ... Mannina
Raoul Bova ... giornalista
Giorgio Faletti ... Corteccia
Leo Gullotta ... Liborio
Nicole Grimaudo ... Sarina giovane
Angela Molina ... Sarina anziana
Enrico Lo Verso ... Minicu
Nino Frassica ... Giacomo Bartolotta
Ficarra ... Nino
Picone ... Luigi
Marcello Mazzarella ... Podestà
Durata: 150’
Anno: 2009
Produzione: Italia / Francia
Trama: Baarìa è sia il nome arabo sia la pronuncia dialettale di Bagheria; Tornatore rappresenta la vita a Bagheria tra gli anni '30 e gli anni '60. Una storia, divertente e malinconica, di grandi passioni e travolgenti utopie. Una leggenda affollata di eroi... Una famiglia siciliana raccontata attraverso tre generazioni: da Cicco al figlio Peppino al nipote Pietro... Sfiorando le vicende private di questi personaggi e dei loro familiari, il film evoca gli amori, i sogni, le delusioni di un’intera comunità vissuta tra gli anni trenta e gli anni ottanta del secolo scorso nella provincia di Palermo. Negli anni del fascismo Cicco è un modesto pecoraio che trova, però, il tempo di dedicarsi al proprio mito: i libri, i poemi cavallereschi, i grandi romanzi popolari. Nelle stagioni della fame e della seconda guerra mondiale, suo figlio Peppino s’imbatte nell’ingiustizia e scopre la passione per la politica.
Delusione, questa è stata la prima parola che mi è venuta in mente per esprimere la mia sensazione al termine dei 150 minuti di "Baarìa". Nonostante le critiche spulciate qua e là, mi ero approcciato alla visione del film con animo alquanto fiducioso. Attraverso le recensioni cerco di farmi una prima idea sulle possibilità qualità del film che sto per vedere, ma non sempre mi ero trovato in accordo con esse, per cui anche in questo caso speravo in una smentita sul campo, cosa che, purtroppo, non è avvenuta. Già dopo pochi minuti di proiezione, praticamente dopo la punizione inflitta dalla maestra al piccolo Terranuova, avvertivo che qualcosa non andava. Suggestione, bollatura preventiva della mia mente, suggestionata dai fiumi di inchiostro virtuali della rete? Per carità Tornatore dimostra che, tecnicamente, il suo mestiere lo sa fare bene, ha completa padronanza del mezzo, ma è proprio questa sua consapevolezza il suo limite che lo porta a strafare ad esagerare, compiacendosi con carellate, dolly, scene madri, il tutto coadiuvato da una colonna sonora continua targata Morricone. La storia si regge intorno alla famiglia Terranuova dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, ma senza appassionare. I suoi rappresentanti non colpiscono l'immaginario e non rimarranno sicuramente nella memoria.
Una cosa fastidiosa sono i continui cammei di attori italiani tutti accorsi per apparire anche solo un secondo... manco parlassimo di Scorsese... Il più inutile in assoluto quello della Bellucci. Non sapendo cosa farle fare, memore della precedente esperienza con "Malèna", il buon Tornatore decide per una citazione.... e così eccola farsi palpeggiare allegramente da un muratore per circa 3 secondi sotto gli occhi vigili degli alunni di una scuola e del loro professore. Non c'è che dire una sciccheria. Anche l'insistente presenza di Beppe Fiorello e la sua battuta "V'accatto i dollari" alla 5^ (QUINTA!!!) volta non si digerisce più e poi non si capisce sempre con il primo piano, insomma una volta che gli hai concesso la prima pagina puoi sempre mantenerlo a margine, non è perché ogni volta che un personaggio arriva nella piazza bisogna inquadrarlo per fargli recitare la "battuta", si nota anche in sottofondo volendo. Insomma alla fin fine che c'è da dire, grandi scenografie, grandi carrellate, belle immagini (su tutte la panoramica sulla Sicilia quando Peppino spiega al giornalista i luoghi dove sono avvenuti agguati mafiosi), ma manca tutto il resto. L'impressione che se ne trae è quella di un Tornatore capace di girare un film fin troppo personale sulla sua terra, dimenticandosi del pubblico. Insomma peccato.
Una cosa fastidiosa sono i continui cammei di attori italiani tutti accorsi per apparire anche solo un secondo... manco parlassimo di Scorsese... Il più inutile in assoluto quello della Bellucci. Non sapendo cosa farle fare, memore della precedente esperienza con "Malèna", il buon Tornatore decide per una citazione.... e così eccola farsi palpeggiare allegramente da un muratore per circa 3 secondi sotto gli occhi vigili degli alunni di una scuola e del loro professore. Non c'è che dire una sciccheria. Anche l'insistente presenza di Beppe Fiorello e la sua battuta "V'accatto i dollari" alla 5^ (QUINTA!!!) volta non si digerisce più e poi non si capisce sempre con il primo piano, insomma una volta che gli hai concesso la prima pagina puoi sempre mantenerlo a margine, non è perché ogni volta che un personaggio arriva nella piazza bisogna inquadrarlo per fargli recitare la "battuta", si nota anche in sottofondo volendo. Insomma alla fin fine che c'è da dire, grandi scenografie, grandi carrellate, belle immagini (su tutte la panoramica sulla Sicilia quando Peppino spiega al giornalista i luoghi dove sono avvenuti agguati mafiosi), ma manca tutto il resto. L'impressione che se ne trae è quella di un Tornatore capace di girare un film fin troppo personale sulla sua terra, dimenticandosi del pubblico. Insomma peccato.
La frase: Noi Terranuova vorremmo abbracciare il mondo, ma abbiamo le braccia troppo corte.
Voti:
FilmTV: 2 / 5
Cinema.it: 2 / 5
MyMovies: 3,1 / 5
35mm: 4 / 5
Cinema del Silenzio: 7
IMDB: 6,8
Gli Spietati: 5,1
MIO: 5,5
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