martedì 19 gennaio 2010

Amabile libro


Titolo Originale: Lovely bones
Titolo Italiano: Amabili resti
Autore/ice: Alice Sebold
Pagine: 416
Edizione: E/O
Trama: Susie, quattordicenne, è stata assassinata da un serial killer che abita a due passi da casa. È stata adescata, stuprata, fatta a pezzi e nascosta in cantina. Il racconto è affidato alla voce della stessa Susie, che dopo la morte narrra la vicenda con lo spirito allegro e senza compromessi dell'adolescenza. 


Partiamo subito da un concetto, Amabili Resti è un bel libro ma non un capolavoro. Intendiamoci bene, è ben scritto, fila via liscio senza intoppi ma purtroppo difetta di un finale troppo sbrigativo, soprattutto per quanto riguarda l'assassino, ed una rappresentazione de Il Cielo un po' superficiale. Alice Sebold traccia dei personaggi a tutto tondo con una loro anima ben definita e che rimangono impressi durante la lettura. Sarà interessante come Peter Jackson ha trattato il materiale racchiuso nelle 416 pagine, sicuramente il regista ha una grande immaginazione e i primi 5 minuti ed il trailer fanno ben sperare. Sul sito di Bad Taste si può già leggere una prima recensione abbastanza positiva, tale da convincermi ad andare a vedere il film.
Tornando al libro, dicevo che le caratteristiche dei personaggi sono ben delineati, da l'assassino, persona apparentemente normale da fuori ma disturbato dentro, al padre, forte e debole allo stesso tempo e per cui si fa sin da subito il tifo. La sorella Lindsey costretta di colpo a diventare grande e sostituirsi alle mancanze di una madre incapace di assorbire il dolore e che ha sempre visto nella famiglia la fine dei suoi sogni giovanili. Sicuramente la nonna Lynn è il personaggio più simpatico e "amabile" del libro ma anche tutti gli altri non sono da meno. In definitiva un buon libro da leggere senza pensieri, a tratti commovente (lo dico per i più sensibili, anche in vista del film) e furbetto, ma che con un pizzico in più di coraggio avrebbe potuto raggiungere vette eccelse.

"Non gli diedi retta, e allora lui allungò il braccio verso il ripiano. La mano tornò stringendo un coltello. Nuda, la lama mi sorrise, curva in un ghigno.
Lui mi sfilò il cappello di bocca.
«Dimmi che mi ami».
Glielo dissi dolcemente.
La fine arrivò comunque.
"

Voto: 7

Nessun commento:

Visualizzazioni totali

Powered By Blogger
SiteBook