Sabato ore 00:20 (più o meno non ricordo bene...), mi siedo in modo scomposto su una specie di poltrona nera nel salone principale dell'Holiday Inn di Udine. La giornata è stata lunga, stancante e divertente. Sono reduce dalla cena di gala al termine del "47° Congresso Nazionale FIDAS", il primo da congressista. Il bianco dei muri, le luci e l'arredamento particolare, per un attimo mi rimandano mentalmente al "Korova Milk Bar" di Arancia Meccanica, mancavano solo i tavolini, raffiguranti donne nude, ed Alex con i suoi drughi pronti a sorseggiare il loro latte+ (latte più mescalina...) dopo una serata di ultraviolenza. Poi ci penso meglio e l'accostamento più ideale è con la casa dello scrittore mr. Alexander. Osservo in silenzio il via vai di persone che entrano ed escono dalla porta di ingresso e mi rammarico di non avere con me un taccuino ed una penna dove trascrivere i miei pensieri, i comportamenti della gente, ogni gesto, ogni respiro, ogni parola. Non è raro che mi venga la mania di uscire di casa solo per spirito d'osservazione, ma sto scoprendo di diventare pigro, non ho più tanta voglia di scrivere le mie sensazioni cercando di dargli un senso, anche perché non le ho mai fatte leggere a nessuno e sono convinto che non lo farò mai. I ragazzi del Gruppo Giovani rimangono nascosti alla mia vista da due poderose colonne di cemento, ma la loro allegria cavalca l'aria della sera fino a giungere nel mio apparato uditorio distintamente. La decisione è presa si parte verso la fiera dove si tiene la "Festa della birra". Dopo vari giri ci "inventiamo" un parcheggio e scendendo mi accorgo che ogni singolo centimetro intorno a noi è ricoperto di lamiere, perfino i pochi spazi dedicati all'erba sono macchiati dalla loro ombra. Paghiamo i fatidici 2 € di ingresso e cominciamo a farci strada tra le ondate di giovani e "diversamente" giovani, alla caccia di un boccale di birra, di una felicità perduta o forse solo un motivo per staccare la mente dallo schifo e dai problemi che si aggirano infidi ultimamente. Così tra cinture di boccali vuoti e cappelli modello Octoberfest, arriviamo nel padiglione dell'HB dove ritroviamo gli amici donatori di Vicenza in piena carburazione alcolica e gioiosa. Ci facciamo spazio e ordiniamo le birre e, mentre sorseggiamo con la dovuta cautela e i giusti tempi (con quel che costavano... ho avvertito un vago senso di aprofittamento) la musica da discoteca tiene banco, alta, frastornante e in alcuni casi fastidiosa (almeno per me.... non ci posso fare niente). Dopo aver cercato di capire cosa centravano i Depeche Mode in tutto questo (anche se sotto sotto avrei preferito che il D.J. continuasse a seguire le righe di quello spartito...) ecco che il mio grado di fastidio giunge al suo culmine. "Chi ha parlato, chi cazzo ha parlato" la voce inconfondibile del Sergente istruttore Hartman di Full Metal Jacket, fa capolino. Ancora Kubrick è proprio la sua serata ma la domanda sorge spontanea (come direbbe Lubrano): che diavolo centrava in mezzo a quel turbinio di risa, alcohol, cappellini e voglia di evadere da una quotidianità deprimente? Meno male che ci sono i miei amici donatori così inneschiamo un'improvvisata seduta di uomini e donne da piegarsi dalle risate. Verso le due decidiamo che è il caso di ritirarsi visto che la mattina ci attende forti e vigorosi per la sfilata conclusiva del Congresso FIDAS, ma questa è un'altra storia preferisco fermarmi mentre, con la nuova e mitica (e coccolissima ;-D) coordinatrice del gruppo, ci immergiamo nel buio della notte verso casa ed un meritato parziale riposo.
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