giovedì 10 aprile 2008

Munich


Regia
:
Steven Spielberg

Attori:
Eric Bana (Avner)
Mathieu Kassovitz (Robert)
Geoffrey Rush (Ephraim)
Mathieu Amalric (Louis)
Lynn Cohen (Golda Meir)
Daniel Craig (Steve)
Anno: 2005
Paese: U.S.A.
Durata: 164'

Tratto dal libro di George Jonas "Vengeance", non è facile giudicare un film come "Munich", tanto più se a girarlo è Steven Spielberg regista incline alla spettacolarizzazione ma anche ai facili mielismi. Ed infatti se da una parte le scene d'azione e la tensione sono di ottima fattura, dall'altra lo spessore e l'importanza dell'argomento non è trattato adeguatamente. E non è la prima volta, infatti, a parte "L'Impero del sole" e "Schindler's List", le esperienze in campo storico sono state alquanto altalenanti. Ma questa volta si gioca duro, molto più che in "Schindler's List", e il regista americano non si dimostra all'altezza con pecche e mancanze storiche pesanti che intaccano l'indiscussa qualità tecnica del film. Dopo l'ottimo inizio, dove la visione cinematografica dell'attentato di Monaco si intrinseca con i filmati d'epoca, Spielberg si dimentica e non cerca mai di spiegare o di introdurre, i fattori che hanno portato ad una simile tragedia e alla nascita di Settembre Nero mentre dipinge il Primo Ministro israeliano Golda Meir, che dichiarò: "il popolo palestinese non esiste", come una dolce signora anziana. Meno male che poi si passa all'azione, magistralmente fotografata dal fido Janusz Kaminski, gli omicidi, la spedizione in Libano e l'uccisione della spia olandese sono perle rovinate dalla smaniante voglia di umanizzare gli assassini. Dapprima esitano nel far scoppiare la bomba a Parigi, che esploderà solo quando la bambina sarà uscita dall'appartamento, poi assistiamo al pianto di Avner mentre ascolta al telefono la voce di sua figlia, sempre Avner (interpretato da un imbalsamato Eric Bana) rimane in silenzio a guardare la sua pistola chiedendosi se tutto questo sia giusto. Le sequenze filerebbero ma la realtà fu ben diversa ed è lo stesso libro di Jonas ad affermarlo, e poi perché umanizzare solo il commando israeliano? Perché farli apparire belli e ben vestiti a fronte dei palestinesi brutti, freddi e cinici? E non può bastare lo sguardo compassionevole di un attimo nel montaggio alternato finale. Tornando alle mancanze storiche non troviamo traccia dell'errore commesso a Lillehammer nel luglio del 1973 quando, un cameriere marocchino venne ucciso per errore venendo scambiato per Salameh. Spielberg ci informa che venne Salameh venne assassinato a Beirut nel gennaio del 1979 ma senza informarci che l'attentato avvenne con un autobombe in una via affollata e che uccise e ferì decine di civili innocenti, ma questo fatta andava ad intaccare la supposta umanità del commando.Nel film ci si dimentica che 3 giorni dopo l'attentato i campi profughi palestinesi in Siria e Libano vennero bombardati facendo almeno 200 vittime civili che con Monaco non centravano niente. Insomma le mancanze di "Munich" non sono poche e di poco conto. C'è da chiedersi quanti delle persone che hanno visto il film erano, o si sono informati successivamente, degli argomenti trattati? Penso pochi e non è una questione da nulla vista la drammaticità e l'importanza degli eventi. Un ultimo appunto al montaggio alternato finale con la scena di sesso in cui Avner rivede negli occhi e nella testa la carneficina dell'aereoporto, se il regista americano voleva rappresentare il confine tra la morte e la vita lo fa nel modo meno opportuno e la scena risulta alquanto squallida, certo Eric Bana non lo aiuta.


Voti:
FilmTV: 7,3
Mymovies: 3/5
IMDB: 7,8
35mm: 4/5
Cinema del Silenzio: 7
MIO: 5

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