giovedì 31 dicembre 2009

mercoledì 30 dicembre 2009

Messaggio di fine anno Parte seconda

Riprendo dal sito di Vittorio Arrigoni  e pubblico:

Roger Waters to the Gaza Freedom March

A message of solidarity with THE GAZA FREEDOM MARCH


27 December 2009

My name is Roger Waters. I am an English musician living in the USA. I am writing to express my great admiration for and solidarity with the 1360 men and women from 42 different countries around the World who are gathering in Egypt, preparing for The Gaza Freedom March. We all watched, aghast, the vicious attack made a year ago on the people of Gaza by Israeli armed forces and the ongoing illegal siege. The suffering wrought on the
population of Gaza by both the invasion and the siege is unimaginable to us outside the walls. The aim of The Freedom March is to focus world attention on the plight of the Palestinian people in Gaza in the hope that the scales will fall from the eyes of all, ordinary, decent people round the world, that they may see the enormity of the crimes that have been committed, and demand that their governments bring all possible pressure to bear on Israel to lift the siege.

I use the word ‘crimes’ advisedly, as both the siege and the invasion have been declared unlawful by United Nations bodies and leading human rights organizations. If we do not all observe international law, if some governments think themselves above it, it is but a few short, dark, steps to barbarism and anarchy.
The Gaza Freedom March is a beacon to all those of us who believe that under the skin, we are all brothers and sisters, who must stand shoulder to shoulder, if we are to make a future where all have recourse to law and universal human rights. Where life, liberty, and the pursuit of happiness is not just the preserve of the few. All the oil in The Middle East is not worth one child’s life. So to those of you who march, I tip my hat. It is a brave and noble thing you do, and when you reach your goal please tell our Palestinian brothers and sisters, that out here, beyond the Walls of their Prison, stand hundreds of thousands of us in solidarity with them. Today, hundreds of thousands, tomorrow, millions, soon, hundreds of millions.
We Shall Overcome.

Roger Waters

lunedì 28 dicembre 2009

Discorso di fine anno



 Come approcciarsi alla fine dell'anno, nutrendo una qualche forma di speranza? Beh io l'ho trovata nello splendido monologo finale de "Il Grande Dittatore" di Charlie Chaplin.
Non servono parole per descrivere la grande satira che trasuda da ogni poro di questa pellicola; e il discorso finale non è altro che una gemma luminosa da cui trarre giovamento nello spirito.
Leggete e meditate:

Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore, non è il mio mestiere. Non voglio governare, ne’ conquistare nessuno, vorrei aiutare tutti se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l’un l’altro.
In questo mondo c’è posto per tutti: la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotti a passo d’oca fra le cose più abbiette.
Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità, più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza, e tutto è perduto.
L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, miolini di uomini donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.
A coloro che mi odono io dico: non disperate! L’avidità che ci comanda è solamente un male passeggiero, l’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano.
L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. E il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare! Che vi irregimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un’anima! Uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore! Voi non siete macchine, non siete bestie, siete uomini! Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore! Voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l’amore altrui!
Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate nel vangelo di San Luca è scritto: “il Regno di Dio è nel cuore dell’uomo”, non di un solo uomo, o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini! Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi il popolo avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza. Uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza.
Promettendovi queste cose, dei bruti sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. I dittatori forse sono liberi, perchè rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse. Combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza! Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.
Soldati! In nome della democrazia, siate tutti uniti!
Hannah, puoi sentirmi? Dovunque tu sia abbi fiducia.
Guarda in alto, Hannah! Le nuovole si diradano, comincia a splendere il sole. Prima o poi usciremo dall’oscurità verso la luce e vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono, in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio della loro brutalità.
Guarda in alto, Hannah! L’animo umano troverà le sue ali e finalmente comincerà a volare, a volare sull’arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro, il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi.
Guarda in alto, Hannah.
Lassù!

venerdì 25 dicembre 2009

Ho visto cose...


Ho visto cose che voi umani non potete immaginare, orde di macchine impazzite nella vana ricerca di un posteggio, autisti pronti a tutto pur di averlo; li ho visti contrattare il proprio rene, la madre, la figlia, pur di alleviare le sofferenze create dallo stress da parcheggio.
Ho visto automezzi cercare invano di arrampicarsi sui muri pur di trovar sollievo, folle di consumatori inferociti armati dei propri carrelli della spesa, lanciarsi all'assalto dei banchi frigo manco fossero in guerra e ci fosse carestia.
Ho visto una signora anziana, dotata di ghigno mefistofelico, marcarmi a uomo davanti al banco dei salumi; l'ho vista calcolare ogni mia mossa pronta a trarne profitto al minimo spiraglio da me lasciato.
Ho visto persone sconclusionate e confuse, inserire la freccia della macchina in un verso e svoltare nell'altro; ho visto il loro cervello inseguirli inutilmente, per poi chiamare un taxi.
Ho visto una coppia di anziani parcheggiare tranquillamente sul bordo di una strada stretta con relativo ingorgo stradale, nonostante di fronte al panificio ci fossero almeno 8 posti liberi.
Ho visto commesse stressate, madri stressate, padri stressati, bimbi stressati, frutta stressata, verdura stressata, carne stressata.
Ho visto la follia correre giuliva nei loro occhi, l'ho vista trionfare; ho visto la lucidità mentale piangere in un angolo sola ed abbandonata.
Ho visto Shakespeare guardarci dall'alto (o dal basso chissà), sospirare prendere l'Amleto e cambiare le fatidiche parole "C'è del marcio in Danimarca" in "C'è del marcio nella vigilia di natale".
Ho visto supermercati, ipermercati, negozi, panifici centri commerciali mezzi vuoti negli ultimi 5 giorni, e mai nessuno nessuno dire o pensare "Ma guarda quasi quasi ne approfitto e non aspetto l'ultimo giorno", NOSSIGNORI, tutti all'assalto di Fort Apache.
Ma alla sera ho visto baci, abbracci calorosi, ho visto feste, risate, occhi lucidi e felici; ho visto la sanità mentale ristabilirsi ed uscire dal coma e, forse, è solo e soltanto questo che racchiude la magia del Natale, un gesto semplice di pace e cordialità, un caldo sorriso che ti riempia il cuore, ed è per questo che auguro a tutti

BUON NATALE 

BUONE FESTE

p.s. Una citazione finale concedetemela:
"Quando avrete abbattuto l'ultimo albero, quando avrete pescato l'ultimo pesce, quando avrete inquinato l'ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro"
Ta-Tanka I-Yotank (Toro Seduto)

lunedì 21 dicembre 2009

Tempi moderni per regali sotto l'albero


Il Natale avanza sempre più minaccioso. Folle di consumatori impazziti si riversano nelle strade alla ricerca del regalo a tutti i costi. Io non ci penso, i regali ce li avevo pronti già da 2 settimane grazie ad Emergency.
Comunque preso dalla smania di un regalo di marca internet, ho deciso di regalarmi un blog nuovo:

Di cosa parla? Beh di lavoro da ufficio... Penso di avere molta carne al fuoco, sia auto biografica, che non.
Spero di riuscire ad aggiornarlo con buona continuità.
Ci risentiamo per gli auguri.

giovedì 17 dicembre 2009

Zero virgola... un sogno


E dopo tanto peregrinare, ce l'ha fatta, il giorno fatidico è arrivato denso di mille emozioni: la presentazione del libro. E' tutto organizzato, alle 16:40 l'Eleonora, alla guida di una Punto Van di colore bianco, si apposta davanti casa mia.
Alle 16:50 arriviamo al Blanc e, dopo il panico da parcheggio in retromarcia, si opta per il classico buco di fortuna sul ciglio della strada. Il posteggio del locale è pieno, buon segno. Davanti a noi una Mustang Gran Torino fa largo sfoggio di bellezza e, a noi, grande invidia. Il freddo invernale non è certo il pregio di questi mesi, ma bisogna affrontarlo con passo veloce, onde evitare di assorbire troppo gelo nelle ossa. Così con la dovuta fretta raggiungiamo le scale del ristorante. La tensione è palpabile, lo si nota fin da subito e la scalinata è stracolma di ansie, paure, impazienza e da uno stuolo di indomiti fumatori. Stranamente l'Eleonora non si unisce al gruppo. Ma poi a metà scalinata mi appare, eccola, la "piccola scrittrice", la mia ex compagna di classe: Sara Crosilla in arte web, Gingerina.
Chioma rossa, sorriso teso (quasi ebete), occhi spalancati in cerca di aiuto, supporto. Il fumo esce incessante e la sigaretta ben salda tra le dita. Un saluto veloce distensivo e poi la tensione risale nei suoi occhi colmi di una felicità mista a soddisfazione, pronta ad esplodere. Entriamo nella sala quasi del tutto gremita, riusciamo comunque a trovare due posti, anche perché in molti decidono di rimanere stoicamente in piedi. Ci sono le macchine fotografiche, c'è la videocamera, c'è il tavolino con le prime copie calde di inchiostro appena sfornato, c'è il tavolo per la presentazione con annesso manifesto recante una citazione tratta dal libro, c'è l'editore in compagnia di un altro signore, insomma è tutto pronto.
Mentre cerco di capire chi sia il personaggio in questione, ecco apparire un viso familiare, quello di Fabio Comand (ha giocato con me nel San Loreno gli ultimi 2 anni di "carriera" calcistica n.d.r.). Lo saluto e noto che, in mano, tiene una copia del libro con alcuni post-it.
"Vedo che sei già pronto per le domande" chiedo in tono spiritoso.
"No, sono i brani che dovrò leggere durante la presentazione".
Beh il timbro ironico (perfetto per il libro) non mancherà sicuramente, penso. Siamo agli sgoccioli, Sara rientra nella sala e finalmente si siede al centro del tavolo. Una cosa noto da subito, la nicotina non ha fatto effetto, gli occhi sono ancora spalancati dalla richiesta di soccorso, ma ormai, non c'è più tempo, è ora di iniziare.
Il susseguirsi di emozioni, risa, giochi, battute e contro battute, non si sprecano e non possiede la dote di Sara nell'assimilarle e trasmettervele, però una cosa vi posso dire, nel momento in cui lei mi ha posto la sua dedica (chi l'avrebbe pensato ai tempi delle superiori), leggendo che vi aveva scritto
"A chi ci ha creduto fin dall'inizio.
Grazie Balda"
non nego di esserne stato tremendamente contento e un "filino" orgoglioso.
Grazie a te Sara e al tuo blog pieno di ironia e realtà quotidiana. Non posso fare altro che augurarti un grosso
"In bocca al lupo"

mercoledì 9 dicembre 2009

Ig-Nobel


Rubo titolo e spunto, dal sito di Peacereporter, per una riflessione.
Che abbia ragione Barnard a rivalutare la battuta infelice di Berlusconi? La ricordate? Quella del presidente abbronzato... Ebbene, probabilmente, dietro ad essa si celava il fatto che, secondo il nostro "premier", Obama non è altro che un altro Bush, solo più "abbronzato". Dal punto di vista della politica estera come dargli torto? Basta leggere le ultime dichiarazioni del "Nobel per la pace" (senza titolo né motivo), in cui cerca, retoricamente, di giustificare l'invio di altri 30mila militari in Afghanistan.
"Come comandante in capo, ho deciso di inviare altri 30mila soldati in Afghanistan nel vitale interesse della nostra nazione. (...)
Sono convinto che la nostra sicurezza è a rischio in Afghanistan e Pakistan. Quello è l'epicentro dell'estremismo violento praticato da Al Qaeda. E' da laggiù che noi siamo stati attaccati l'11 settembre e da laggiù che, mentre parlo, nuovi attacchi vengono pianificati.
Questo non è un pericolo immaginario, una minaccia ipotetica: nei mesi scorsi abbiamo catturato all'interno dei nostri confini dei terroristi inviati di confine tra Afghanistan e Pakistan per compiere atti terroristici. (...)
Gli americani sono stati vittime di attentati abominevoli provenienti dall'Afghanistan e sono tuttora il bersaglio di questi stessi estremisti che stanno complottando lungo il confine afgano. Abbandonare quell'area adesso significherebbe creare un rischio inaccettabile di nuovi attacchi contro il nostro paese e i nostri alleati".
Insomma retorica guerrafondaia degna del peggior presidente americano possibile. Che debba trovare lavoro per i migliaia di disoccupati della crisi? Nel giro di un anno, dopo le promesse elettorali pieni di buoni propositi, ecco i numeri del pacifista: 68mila soldati (32mila ad inizio mandato) più i prossimi 30mila, non c'è male come espediente per raggiungere la pace...
Sempre Barnard (qui e ancora qui) e Carlo Bertani, ci avevano svelato i retroscena della macchina elettorale e avvertito dei facili luccichii del bianco sorriso presidenziale. Solo leggendo questi articoli, potrete vedere tramontare tutti i suoi buoni propositi e le sue belle parole. Basta guardare i finanziatori per capire che alla fine, tra un Obama ed un McCain, sarebbe cambiato solo lo stile.
Naturalmente neanche dire che qualcuno a Washington, ha visto passeggiare una persona messa a 90, dicono che fosse un ministro italiano....

lunedì 7 dicembre 2009

Primo traguardo



Come ogni mattina, una delle prime "azioni lavorative", riguarda lo scrupoloso controllo delle varie mail in mia dotazione. Con sorpresa, giubilo e, un sospiro emozionale equivalente ad un "era ora", intravedo un messaggio proveniente da faccia di libro (per gli anglofoni facebook), il quale mi annuncia solennemente un invito speciale: la presentazione del primo libro di un'amica, nonché ex compagna di classe alle superiori, nonché proprietaria di un bellissimo blog che potete seguire anche da qui (nella sezione COSA LEGGO, cliccate su "Mostra tutto" e troverete il link dell'ultimo post da lei scritto).

Titolo: "Zero virgola qualcosa"

Autrice: Sara Crosilla
Descrizione: Lungo il percorso di un anno ipotetico, saltando di palo in frasca, Sara Crosilla ci racconta l'essenza stessa della vita, fatta di frammenti apparentemente insignificanti, minuti e a prima vista superficiali, ma che poi si rivelano essere le stesse piccole tessere che compongono quel mosaico meraviglioso chiamato umanità.
Un libro che parla di tutti noi. Noi piccoli e arruffoni, ambiziosi e pretenziosi, contraddittori, pavidi e coraggiosi.

E, soprattutto, deliziosamente ridicoli.

La presentazione del libro si terrà domenica 13 dicembre alle ore 17:00, nel locale "Da Blanc" in Via Blanchis a Mossa.
Per avere un ulteriore assaggio sulle qualità narrative di Sara, andatevi a leggere questo racconto, scritto a 4 mani con un altro blogger (Seriallicker): Un paio di scarpe.
Non vi nascondo che aspettavo questa notizia da un bel pò... Insomma ci risentiamo dopo la presentazione (mi raccomando non mancate), e, naturalmente, dopo la lettura :-)

mercoledì 2 dicembre 2009

El podere del perro


Non voglio parlarvi di nessun podere (:-D), ma di uno dei libri più belli che mi sia mai capitato tra le mani: "Il Potere Del Cane" di Don Winslow.
Protagonista è Arthur (Art) Keller, un poliziotto ambizioso ossessionato dal suo obiettivo, fermare il traffico di droga internazionale dal Messico agli Stati Uniti, ed arrestare i fratelli Barrera (Miguel Angel "Tìo, Adàn e Raùl). A dire il vero, più che un protagonista, abbiamo vari interpreti facenti parte di un immenso e variegato mosaico, personaggi che si sfiorano, incrociano, affrontano, tutti legati da un unico collante: la droga.
Non c'è una chiara e netta rappresentazione del bene e del male, ogni personaggio mette in mostra (a seconda del ruolo, chi più, chi meno) il meglio e il peggio della loro anima. Se Art Keller è mosso da uno spirito di giustizia e pulizia, è anche vero che per perseguire la sua missione adotta qualsiasi mezzo legale e non, giusto e sbagliato, etico e non. Sacrificherà gli affetti della sua famiglia sull'altare della sua ossessione.
Adàn Barrera, oltre ad essere uno spietato affarista nel mercato della droga, ci mostra anche lati di dolcezza verso la moglie Lucìa (in un primo momento), ma soprattutto verso la figlia portatrice di handicap Gloria.
Padre Juan Parada sarà il prete che avete sempre sognato, duro con i potenti e amorevole verso i deboli e i poveri, ma con un tocco di anarchia e ribellione verso lo stesso Vaticano, reo di avere le mani sporche nell'America latina.
E poi c'è la prostituta Nora Hayden, il killer irlandese Sean Callan, Sal Scachi e tantissimi altri personaggi da amare e seguire. Il libro è intriso di azione, corruzione, violenza, sangue, sesso, c'è il male assoluto, la guerra, insomma c'è tutto quello che ci si aspetta e anche di più lungo le 714 pagine del libro. Se poi aggiungiamo il fatto che il romanzo scaturisce da fatti reali, dotati di nomi fittizzi (l'autore non può mettere piede in Messico n.d.r.), beh non so che altro dirvi se non:
BUONA LETTURA
Titolo: Il potere del cane
Autore: Don Winslow
Editore: Einaudi
Pagine: 714
Trama: Art Keller è un poliziotto ambizioso con la mentalità da crociato, deciso a combattere in prima fila la guerra che gli Stati Uniti hanno lanciato contro il traffico internazionale di droga. Miguel Angel Barrera è il boss della Federaciòn, il cartello che riunisce tutti i narcos messicani, e i suoi nipoti, Adàn e Raùl, smaniano all'idea di ereditare l'impero. Nora Hayden, dopo un'adolescenza complicata, è diventata una prostituta d'alto bordo,sempre in bilico tra il cinismo più spinto e un insolito senso morale. Padre Parada è un sacerdote nato e cresciuto in mezzo al popolo, potente quanto incorruttibile. Sean Callan è un ragazzo irlandese di Hell's Kitchen che si è trasformato quasi per caso in un killer spietato al soldo della mafia.
Sono tutti, in modo diverso, coinvolti nel mondo feroce del narcotraffico messicano: una guerra senza esclusione di colpi, che coinvolge sicari senza scrupoli e politicanti corrotti, i servizi segreti americani e la mafia, tra inganni, tradimenti, vendette spietate. Una guerra dove non esiste innocenza possibile, e dove è sempre in agguato, pronto ad esplodere, il male assoluto: quella demoniaca crudeltà di uomini e cose cui una millenaria tradizione ha saputo dare un solo nome, evocativo quanto misterioso. Il potere del cane.
Voto: 9

lunedì 23 novembre 2009

Squarci di luce


Di giornate grigie e umide se ne vedono a bizzeffe, specialmente in questo periodo, tant'è che il sole non fa capolino da almeno una settimana, se non di più. La cosa da un lato può piacere (té, cioccolate calde, coccole sul divano) come no (umido, noia, grigiore totale).
Ma ci sono giornate in cui uno sguardo, un sorriso, ti accendono l'anima e ti scaldano il cuore. Incontri inaspettati e piacevoli, dove ritrovi una persona o delle persone che non vedevi da tempo, o che non vedresti l'ora di ritrovare ma pensi, sbagliando, di non averne il tempo e l'occasione. Ti capita che, proprio in quei giorni, tu ti sia deciso ed abbia programmato l'uscita per lungo tempo rimandata. Inaspettatamente, mentre passeggi tra dei scaffali di un supermercato, o per strada, ti capita di incontrarla, magari alla vigilia del vostro incontro.
Destino?
Casualità?
Fatto sta che l'incontro, dopo un attimo di felice sorpresa, catapulta il tuo cuore in affanno e senti un improvviso vuoto allo stomaco, e in un attimo cerchi di capire perché hai rimandato tanto un momento del genere e ti chiedi se non sia troppo tardi.
Una cosa è sicura, istanti così ti tolgono l'umido addosso e squarciano il cielo grigio illuminandoti la giornata, facendoti provare la sensazione di una bella giornata.
Ecco questa per me è stata una bella giornata!!!

venerdì 20 novembre 2009

Sintesi



Tornando in tema di religione (ormai il Natale avanza, come da post precedente, più bianco che mai), vi regalo questa semplice quanto esilarante sintesi del messaggio di Gesù, che potrete trovare nel divertente libro di Christopher Moore, "Il Vangelo secondo Biff, Amico di infanzia di Gesù".

Dovevi comportarti bene con il prossimo, anche con i leccapiedi.
E se:
  1. credevi che Gesù fosse il Figlio di Dio
  2. credevi che fosse venuto a salvarti dal peccato
  3. riconoscevi la presenza dello Spirito Santo dentro di te (tornavi bambino, diceva lui)
  4. non bestemmiavi contro il suddetto Spirito (vedi 3)
Allora:
  • avresti vissuto in eterno
  • in un posto fichissimo
  • probabilmente in paradiso
Se invece:
  • peccavi (e/o)
  • ti comportavi da ipocrita (e/o)
  • davi più importanza alle cose che alle persone (e/o)
  • non facevi quanto elencato ai punti 1, 2, 3,4
eri semplicemente: fottuto.

mercoledì 18 novembre 2009

Lega...ti alla stupidità


Traggo dal sito di Peacereporter la seguente "edificante" notizia:

Italia, White Christmas, l'iniziativa della Lega per un Natale senza immigrati.
I vigili controlleranno casa per casa i cittadini stranieri
 

Sindaco e assessori della Lega hanno lanciato nel Bresciano, più precisamente a Coccaglio, l'operazione White Christmas. Obiettivo ripulire la cittadina dagli extracomunitari entro il venticinque dicembre. Secondo Claudio Abiendi, assessore leghista, nonchè promotore dell'iniziativa, il Natale non deve essere considerata come la festa dell'accoglienza, ma della tradizione cristiana. Fino al venticinque dicembre, dunque, i vigili urbani del piccolo paese di settemila anime si recherenno casa per casa a suonare il campanello di circa quattrocento extracomunitari. Chi di loro verrà trovato col permesso di soggiorno scaduto da sei mesi senza aver avviato le pratiche per il rinnovo, vedrà la propria residenza cancellata d'ufficio.
L'iniziativa del paese bresciano ha ottenuto l'appoggio delle gerarchie leghiste a livello nazionale, ma una parte della cittadina si è scagliata contro il provvedimento. Esponenti del mondo cattolico hanno infatti sottolineato con forza come non spetti alla Lega l'appannaggio della festa del Natale.

Non ho neanche la forza di commentarla......

lunedì 16 novembre 2009

Antichrist



Titolo originale: Antichrist 
Nazione: Danimarca / Germania / Francia / Italia
Anno: 2008
Durata: 104'
Regia: Lars von Trier
Interpreti: Wiliam Dafoe, Charlotte Gainsbourg
Trama: “Antichrist” si basa sulla teoria secondo la quale sarebbe stato Satana e non Dio a creare il mondo. Una coppia che sta cercando di superare il lutto della morte di un figlio, si rifugia nell’”Eden”, la loro isolata casa nei boschi, nella speranza di risolvere i loro problemi e salvare il loro matrimonio. Ma la Natura farà il suo corso, e le cose volgeranno presto dal male al peggio …



La prima volta che l'ho visto mi ha scosso e turbato. Un primo impulso mentale mi diceva che avevo appena visto un film confusionario e violento, ma non mi sono fermato davanti a questo muro eretto dal mio cervello, ho cercato di rimuovere il velo davanti agli occhi e ho cominciato a ricercare simboli, allegorie, qualcosa o qualcuno che mi aprisse la mente. Quello che segue è il risultato delle mie ricerche, un articolo che sapesse aprirmi a nuove visioni e spiegazioni. A margine aggiungerò qualche appunto su alcuni simboli ed un link ancora più esaustivo su questo splendido film.
Buona lettura.




"Antichrist", gratta gratta c'è tanta letteratura

di Andreina Sirena Il Tempo
Una pellicola brulicante di citazioni letterarie e filosofiche con le misure e le dismisure di uno stato ipnotico. Un'autentica opera d'arte indecifrabile alla maggioranza, accolta dal pubblico come «Le Fleur du mal» di Baudelaire nel 1857 o «Inferno» di Strindberg del 1897. Per fortuna non è il tempo delle censure e delle condanne cinematografiche anche se le diffamazioni costruite dalla critica riescono peggio dei roghi dell'Inquisizione. Veniamo a Strindberg. Quasi tutti lo hanno citato commentando il film poiché il regista stesso in un'intervista lo indica come fonte d'ispirazione. Ma possibile che nessuno sia risalito a «Inferno»? Possibile che tutti abbiano creduto che la Gainsbourg e Dafoe fossero una coppia qualsiasi a cui capita la disgrazia di perdere un figlio? Allora da dove sbucherebbe fuori il titolo «Anticristo»? Un'insegna luccicante per gli assonnati popcornisti-filosatanisti in cerca di emozioni pornosplatter? Non ci voleva troppo a sfogliare «Inferno» e svelare il capolavoro criptico di von Trier. Il bambino che cade dalla finestra all'inizio del film altro non è che Lucifero detronizzato, la cui caduta dal cielo genera dolore, pena e disperazione (le tre statue che cadono a terra). Tutto avviene in perfetta simmetria con la scoperta del male suggellato dall'amplesso dei due protagonisti (I progenitori cacciati dal Paradiso). Da questo momento il sesso sarà solo dolore e punizione e l'Eden diventerà il luogo delle paure arcane dove il mistero tremendum e fascinans della natura sarà svelato. Lo scontro fra i due sessi diventa la macroguerra di tutti i tempi tra ragione e istinto. Oltre a Strindberg la pellicola pullula di riferimenti a Baudelaire e Jung. Tutti e tre hanno un denominatore comune: gli «Arcana Coelestia» di Swedenborg e la dottrina delle corrispondenze. Cominciamo con Baudelaire. L'opera di Von Trier è una vera e propria petrarchizzazione dell'orribile in cinematografia. Numerose le citazioni da «I fiori del male». Innanzitutto la natura come tempio di simboli (Corrispondences) dove profumi, colori e suoni si rispondono (la caduta delle ghiande che diventa pianto per il defunto, l'uomo e il corvo accomunati dalla paura della morte, il grido della donna che scuote il cerbiatto). La Carogna nella visione dell'animale col ventre aperto e brulicante a ricordarci che "sotto l'erba e le grasse fioriture marciremo fra le altre ossa". E ancora Le Litanìe di Satana, il «De profundis clamavi», «L'Heatontimorouménos» dove il colpevole si auto castiga e dove l'acqua della salvezza diventa eaux de la souffrance (numerosi i riferimenti all'acqua - connotato fondante del cinema di Tarkovskij a cui il film è dedicato - nella sua accezione di ventre materno che culla e stritola come la lavatrice della scena iniziale, nella libido dell'attraversamento del torrente dell'Eden, nell'accezione più ampia di purificazione). Nella regressione primordiale verso gli strati oscuri dell'inconscio, la donna assume le sembianze di una strega junghiana, totemica e assoluta, che una volta messa al rogo permette di fare chiarezza. Il film ha una perfezione formale e una compiutezza sacrale, inizia con una caduta e termina con una salita, come la Divina Commedia, rievocata in più punti nella fotografia. L'Eden si riaffolla, la natura torna sorella. C'è la visione di un popolo in pellegrinaggio che ricorda una scena de «L'Enigma di Kasper Hauser» di Herzog. La méta in alto non è visibile ma lascia presagire sulle note di Handel l'ascensione verso una promessa più grande.
Da Il Tempo, 31 maggio 2009

Per un ulteriore approfondimento, consiglio vivamente di leggervi questo post 




La frase: "Una donna che piange è una donna che trama" 
  
Voti:
35mm: 2 / 5
Cinema.it: 2 / 5
CinemaDelSilanzio:  6,25
Cinematografo: 3 / 5
FilmTv:  2 / 5 
IMDB: 6,9
MyMovies: 2,53 / 5
Spietati: 7,70
Mio: 8

lunedì 9 novembre 2009

Autunno d'amore ed odio

 
Avrei voluto scrivere qualche considerazione sull'autunno, ma lei è sicuramente più brava di me.
Odi et Amo

venerdì 6 novembre 2009

Il crocefisso



“E la mia morte, come sarà, A un martire si addice una morte dolorosa e, se possibile, infame perché l’atteggiamento dei credenti sia più facilmente disponibile, appassionato, emotivo”.
(Il vangelo secondo Gesù Cristo - Saramago)

venerdì 23 ottobre 2009

Bah..arìa



Titolo: Baarìa
Regia: Giuseppe Tornatore 
Interpreti:
Francesco Scianna ... Peppino Torrenuova
Margareth Madè ... Mannina
Raoul Bova ... giornalista
Giorgio Faletti ... Corteccia
Leo Gullotta ... Liborio
Nicole Grimaudo ... Sarina giovane
Angela Molina ... Sarina anziana
Enrico Lo Verso ... Minicu
Nino Frassica ... Giacomo Bartolotta
Ficarra ... Nino
Picone ... Luigi
Marcello Mazzarella ... Podestà
Durata: 150’
Anno: 2009
Produzione: Italia / Francia

Trama: Baarìa è sia il nome arabo sia la pronuncia dialettale di Bagheria; Tornatore rappresenta la vita a Bagheria tra gli anni '30 e gli anni '60. Una storia, divertente e malinconica, di grandi passioni e travolgenti utopie. Una leggenda affollata di eroi... Una famiglia siciliana raccontata attraverso tre generazioni: da Cicco al figlio Peppino al nipote Pietro... Sfiorando le vicende private di questi personaggi e dei loro familiari, il film evoca gli amori, i sogni, le delusioni di un’intera comunità vissuta tra gli anni trenta e gli anni ottanta del secolo scorso nella provincia di Palermo. Negli anni del fascismo Cicco è un modesto pecoraio che trova, però, il tempo di dedicarsi al proprio mito: i libri, i poemi cavallereschi, i grandi romanzi popolari. Nelle stagioni della fame e della seconda guerra mondiale, suo figlio Peppino s’imbatte nell’ingiustizia e scopre la passione per la politica.



Delusione, questa è stata la prima parola che mi è venuta in mente per esprimere la mia sensazione al termine dei 150 minuti di "Baarìa". Nonostante le critiche spulciate qua e là, mi ero approcciato alla visione del film con animo alquanto fiducioso. Attraverso le recensioni cerco di farmi una prima idea sulle possibilità qualità del film che sto per vedere, ma non sempre mi ero trovato in accordo con esse, per cui anche in questo caso speravo in una smentita sul campo, cosa che, purtroppo, non è avvenuta. Già dopo pochi minuti di proiezione, praticamente dopo la punizione inflitta dalla maestra al piccolo Terranuova, avvertivo che qualcosa non andava. Suggestione, bollatura preventiva della mia mente, suggestionata dai fiumi di inchiostro virtuali della rete? Per carità Tornatore dimostra che, tecnicamente,  il suo mestiere lo sa fare bene, ha completa padronanza del mezzo, ma è proprio questa sua consapevolezza il suo limite che lo porta a strafare ad esagerare, compiacendosi con carellate, dolly, scene madri, il tutto coadiuvato da una colonna sonora continua targata Morricone. La storia si regge intorno alla famiglia Terranuova dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, ma senza appassionare. I suoi rappresentanti non colpiscono l'immaginario e non rimarranno sicuramente nella memoria.

Una cosa fastidiosa sono i continui cammei di attori italiani tutti accorsi per apparire anche solo un secondo... manco parlassimo di Scorsese... Il più inutile in assoluto quello della Bellucci. Non sapendo cosa farle fare, memore della precedente esperienza con "Malèna", il buon Tornatore decide per una citazione.... e così eccola farsi palpeggiare allegramente da un muratore per circa 3 secondi sotto gli occhi vigili degli alunni di una scuola e del loro professore. Non c'è che dire una sciccheria. Anche l'insistente presenza di Beppe Fiorello e la sua battuta "V'accatto i dollari" alla 5^ (QUINTA!!!) volta non si digerisce più e poi non si capisce sempre con il primo piano, insomma una volta che gli hai concesso la prima pagina puoi sempre mantenerlo a margine, non è perché ogni volta che un personaggio arriva nella piazza bisogna inquadrarlo per fargli recitare la "battuta", si nota anche in sottofondo volendo. Insomma alla fin fine che c'è da dire, grandi scenografie, grandi carrellate, belle immagini (su tutte la panoramica sulla Sicilia quando Peppino spiega al giornalista i luoghi dove sono avvenuti agguati mafiosi), ma manca tutto il resto. L'impressione che se ne trae è quella di un Tornatore capace di girare un film fin troppo personale sulla sua terra, dimenticandosi del pubblico. Insomma peccato.



La frase: Noi Terranuova vorremmo abbracciare il mondo, ma abbiamo le braccia troppo corte.

Voti:
FilmTV: 2 / 5
Cinema.it: 2 / 5
MyMovies: 3,1 / 5
35mm: 4 / 5
Cinema del Silenzio: 7
IMDB: 6,8
Gli Spietati: 5,1
MIO: 5,5

martedì 20 ottobre 2009

Doppia ora dimezzata


Titolo: La doppia ora
Regia: Giuseppe Capotondi
Interpreti:
Filippo Timi ... Guido
Antonia Truppo ... Margherita
Gaetano Bruno ... Riccardo
Michele Di Mauro ... Dante
Lucia Poli ... Marisa
Lorenzo Gioielli ... Direttore Hotel
Durata: 95'
Anno: 2009
Paese: Italia


Trama: Sonia viene da Lubiana e fa la cameriera. Guido è un ex poliziotto e lavora come custode in una villa. Si incontrano in uno speed date. Lui è un cliente fisso. Per lei è la prima volta, e si vede. Poche parole, un’istintiva attrazione. In pochi giorni imparano a conoscersi, a svelare le proprie ferite. Sono sul punto di innamorarsi, quando Guido muore improvvisamente, durante una rapina nella villa che dovrebbe custodire. Sonia si ritrova da sola a elaborare un lutto di cui non riesce a trovare il senso e, di cui, alcuni addirittura la ritengono responsabile. Mentre il passato di Sonia ritorna, con tutti i suoi nodi non risolti, la realtà che la circonda comincia a collassare, fino a crollarle addosso. Chi è veramente Sonia? E soprattutto, è davvero Guido quello che lei continua a vedere?



Possiamo dirlo? Era ora che si vedesse qualcosa di nuovo nello stitico panorama italiano.... Finalmente qualcuno che prova, dopo Paolo Sorrentino, a rinnovare l'ottica cinematografica nostrana. E anche se il film non è del tutto riuscito, ben venga l'esordiente Capotondi capace di rischiare in un genere, il thriller, non proprio consono alle nostre corde. L'impressione finale è quella di un vorrei ma non posso o non me la sento, paura condivisibile da esordio, perché dopo una prima parte efficace e molto suggestiva (splendida la sequenza del risveglio) e con uno stile alla "Sesto senso", la seconda, virata al melodramma,perde di ritmo e fantasia lsciandosi trascinare un pò stancamente. Un peccato anche perché il tutto è supportato da un comparto tecnico di prim'ordine grazie ad una fotografia cupa e misteriosa, un ottimo montaggio ed un sonoro pressoché perfetto. Ma sono soprattutto i due interpreti principali ad essere in splendida forma: Kseniya Rappoport (vincitrice della Coppa Volpi a Venezia) da la giusta carica di fragilità psicologica a Sonia, mentre Filippo Timi, dona ombre e disperata tenerezza a Guido.

La frase: "Non ero pronto a te".

Voti:
35mm: 2,5 / 5
Mymovies: 3,07 / 5
Cinema del Silenzio: 7,5
Il Cinematografo: 3 / 5
Cinema.it: 3 / 5
Filmtv.it: 4 / 5
Gli Spietati: 5,87
IMDB: 7,1
MIO: 6,5

giovedì 15 ottobre 2009

Faccia tosta


"Abbiamo guadagnato la qualificazione matematica a Dublino - ha detto Lippi - ho cambiato la squadra per undici undicesimi, una cosa insolita, che non esiste nel calcio. Appena abbiamo un po' di difficoltà la gente anziché incitarla, si mette a inneggiare a giocatori che non ci sono (Cassano n.d.r). Ciò è assolutamente vergognoso. La si deve amare di più questa squadra".

Riprendendo il post precedente, cosa dovrebbero dire gli allenatori della pallavolo (Barbolini) e della scherma che con tutto quello che vincono non vengono mai cagati???
Riprendo un episodio del passato quando Radko Rudic portò la pallanuoto maschile ai massimi vertici vincendo un olimpiade, un'impresa storica. La squadra venne invitata alla Domenica Sportiva e, dopo quasi due ore di discussioni su moviole e quant'altro, passata la mezzanotte, il giornalista di turno si ricordò della loro presenza. Rudic con grande cordialità fece notare che avevano appena vinto un olimpiade, un'impresa per l'Italia, dopodiché fece alzare i suoi giocatori e, sempre cordialmente, levò il disturbo.
Ecco il signor Lippi dovrebbe sapere come funzionano le cose in Italia e specialmente nel calcio dove passi dalle stelle alle stalle nel giro di poco, ma non venga a fare l'offeso o l'indignato visto che la nazionale ha sempre un posto di primo piano nei notiziari sia ne bene che nel male. Se non gli sta più bene può anche starsene a casa e con quello che lo pagano dovrebbe ricordarsi che, probabilmente, tra quei pochi o tanti, che hanno urlato andate a lavorare, c'è gente che fa fatica ad arrivare alla fine del mese e che contribuisce al suo lauto stipendio, quindi silenzio e pedalare. Come ho già detto il gioco è vecchio e lui lo conosce molto bene quindi, ribadisco, se non gli va bene che se ne torni a Viareggio.

lunedì 12 ottobre 2009


Per chi non lo sapesse, negli ultimi 10 giorni lo sport nazionale ha ottenuto i seguenti traguardi:
Pallavolo femminile: Campionesse d'Europa;


Scherma:
ORO fioretto femminile
ORO fioretto maschile
ORO spada femminile
ORO fioretto (Andrea Baldini)
Argento sciabola maschile
Argento spada (Andrea Tagliariol)
Bronzo fioretto (Arianna Errigo)
PRIMI nel medagliere (record nei campionati mondiali).

Come dite stavate guardando la B? Discutevate se Cassano deve giocare? Se il pareggio con l'Irlanda era premeditato?
SCUSATE IL DISTURBO.....

giovedì 8 ottobre 2009

Basta che funzioni.... per me si.


Titolo: Basta che funzioni
Titolo originale: Whatever Works
Regia: Woody Allen
Interpreti:
Larry David ... Boris Yellnikoff
Carolyn McCormick ... Jessica
Conleth Hill ... Leo Brockman
Evan Rachel Wood ... Melodie St. Ann Celestine
John Gallagher Jr. ... Perry
Nicole Patrick ... Perry's Friend
Patricia Clarkson ... Marietta
Anno: 2009
Durata: 92'
Paese: USA / Francia

Trama: Boris Yellnikoff è un genio, e come tale si rende perfettamente conto dell’inutilità della razza umana. Un giorno, una ragazza fuggita dal Mississippi entra prepotentemente nella sua solitaria vita e la sconvolge al punto da arrivare al matrimonio…

Dopo le "vacanze europee", Woody Allen torna a girare nel suo habitat più consono, New York. E' un ritorno che gli fa bene dopo le ultime fatiche dove è emerso dalla mediocrità solo "Match Point". Ad aiutarlo una sceneggiatura scritta nei suoi anni d'oro, gli anni 70. Battute taglienti, dialoghi senza esclusione di colpi, e una messinscena più teatrale che cinematografica. Infatti questa impostazione ha fatto storcere il naso a qualche critico, aiutati dal fatto che proprio l'attore Larry David (Boris Yellnikoff nel film), nasce e recita con un impostazione di questo tipo e, visto che lo ritroviamo spesso a parlare con il pubblico in sala, mi pare che sia anche logico. Certo che nessuno si chiede che FORSE l'intento di Allen era di ottenere questo effetto... Poi non si capisce perché un impostazione teatrale non possa andare bene per il cinema, in altri film mi pare che è stata addirittura esaltata, e qui mi pare che la recitazione è più che buona. Probabilmente tutti si aspettano solo capolavori da Allen e il fatto che negli ultimi anni abbia perso la sua verve, consente ai critici di non accettare anche un film riuscito come questo. Io lo trovato divertente e ben sopra la media a tanti filmacci spacciati per buoni insomma per me "Basta che funzioni".

La frase:
"Dio è gay"
"Ma come se ha creato il cielo, la terra, gli animali..."
"Appunto è un arredatore"


Voti:
Il Cinematografo: 3 / 5
Cinema del Silenzio: 6,75
Cinema.it: 3 / 5
FilmTV: 4 / 5
MyMovies: 3,6 / 5
35mm: 4,5 / 5
IMDB: 7,7
MIO: 7

martedì 6 ottobre 2009

Bastardi epocali e molto di più


Titolo: Bastardi Senza Gloria
Titolo Originale: Inglorious Basterds
Regia: Quentin Tarantino
Attori/Personaggi:
Brad Pitt ... Lt. Aldo Raine
Mélanie Laurent ... Shosanna Dreyfus
Christoph Waltz ... Col. Hans Landa
Eli Roth ... Sgt. Donny Donowitz
Michael Fassbender ... Lt. Archie Hicox
Diane Kruger ... Bridget von Hammersmark
Daniel Brühl ... Pvt Fredrick Zoller
Til Schweiger ... Sgt. Hugo Stiglitz
Gedeon Burkhard ... Cpl. Wilhelm Wicki
Jacky Ido ... Marcel
B.J. Novak ... Pfc. Smithson Utivich
Omar Doom ... Pfc. Omar Ulmer
Paese: Francia / Germania / USA
Anno: 2009
Durata: 153'

Trama: I 'Bastardi senza gloria' sono soldati ebrei incaricati, durante la seconda guerra mondiale, di infliggere ai nemici tedeschi terribili punizioni. La squadra speciale degli 'Inglourious Basterds', capitanati dal tenente Aldo Raine, si troverà a collaborare con una spia degli Alleati, Bridget Von Hammersmark che lavora ad una missione per eliminare i vertici del Terzo Reich. Insieme arriveranno a Parigi, dove una donna di nome Shosanna Dreyfus sta progettando la sua personale vendetta, dopo aver assistito alla morte di tutta la sua famiglia per mano del colonnello nazista Hans Landa. Il luogo della resa dei conti è una sala cinematografica di Parigi gestita da Shosanna, dove il tenente Raine e i suoi 'Bastardi senza gloria' avranno l'occasione irripetibile di modificare il corso del conflitto e della Storia...

Potrei parlarvi dello spelendido capitolo iniziale del film, fatto di sguardi e dialoghi in salsa Sergio Leone, oppure del fenomenale Christoph Waltz nei panni del colonello nazista Hans Landa, che cancella dallo schermo TUTTI i bastardi lasciandoli veramente senza gloria a cominciare dal pur ottimo Brad Pitt (da recuperare in lingua originale...) ma più che una recensione del film (vi dico solo una cosa ANDATELO A VEDERE E BASTA), mi preme parlare di alcune sensazioni generatemi dalla visioni a mente fredda. Insomma cosa si cela dietro all'ultima fatica di Quentin Tarantino? Quali messaggi nasconde il sottobosco scenografico? Qua si parla di un nuovo modo nell'inquadrare il personaggio ebreo ed, oltretutto, nel periodo di maggior vessazione del "popolo eletto": la Seconda Guerra Mondiale. Il regista americano, oltre a dimostrare la sua maestria e la sua piena maturazione artistica, sembra celare alcune considerazioni dietro ad alcune battute e rappresentazioni. Tarantino ci parla di ebrei cattivi e sanguinari, maldisposti alla pena, sembra quasi che li equipari agli stessi nazisti. Purtroppo non avrò mai la possibilità di incontrarlo ed intervistarlo, ma mi piacerebbe sapere se questa simbiosi è da rapportare alla politica israeliana odierna attuata in Israele; se con il suo film abbia voluto far passare un messaggio che, forse, solo i più informati e obiettivi sono capaci di percepire e riconoscere: gli ebrei/israeliani/sionisti non sono così belli, bravi, buoni, innocenti e indifesi come si vuol far credere, che il loro animo è sporco dell'atto di vendetta perpetrato sui palestinesi in nome di una terra affibiatagli per "volere divino". Nel rogo finale, il volto di Shosanna viene proiettato con fare inquietante, sul fumo, mentre scorre la battuta: "Il mio nome è Shosanna è questa è la mia vendetta". Forse è solo una mia sensazione o forse anche no, come si può leggere qui.
Ci sarebbe da dire che se fosse vero, ci sarebbe dovuto essere una levata di scudi a difesa sionista gridando all'antisemitismo e infatti c'è da chiedersi come mai, insomma ogni volta che si cerca di calare un'ombra sugli ebrei è tutto un inforverarsi dei media/politici e qui l'ebreo è dipinto in modo veramente violento, e quindi? Probabilmente, sotto sotto, a loro piace questa immagine, gli piace essere visti violenti e sanguinari ma vincenti, gli piacerebbe avere una sala cinematografica dove proiettare il film ed esultare proprio come fanno i nazisti davanti alle gesta "eroiche e propagandistiche" del soldato Fredrick Zoller (Daniel Brühl) nella proiezione finale. Probabilmente, forse, chissà. Io continuo a pensare che qualcosa c'è.
Volendo tornare alla parte cinematografica del lungometraggio, c'è da segnalare l'esilarante battuta finale di Brad Pitt che, dopo aver inciso Landa, pronuncia la seguente battuta: "Probabilmente è il mio capolavoro", un esercizio di falsa modestia del regista? Secondo me non è il migliore ma, cinematograficamente parlando, è girato da Dio e ben pochi registi sono tutt'oggi in grado di raggiungere stabilmenti simili livelli. Forse solo Scorsese, Nolan, Mann, Spielberg (tecnicamente parlando) e Eastwood, tutti professionisti ancora capaci di creare magia in una sal cinematografica e, come detto all'inizio, basterebbe il primo capitolo vera goduria cinefila.

La frase: Ognuno di voi dovrà portarmi almeno cento scalpi di nazisti... E io voglio i miei scalpi!!!

Voti:
Gli Spietati: 8
Cinema del Silenzio: 7
35mm: 5 / 5
Cinema.it: 3 / 5
Il Cinematografo: 3 / 5
FilmTV: 4 / 5
IMDB: 8,6
MyMovies: 3,62 / 5
MIO: 8,5

giovedì 1 ottobre 2009

Il ritorno della sposa


Ieri sera, mentre vegetavo sul divano, decido di fare un ultimo giro sulla giostra televisiva. Dopo il solito calcio (a proposito stiamo andando sempre più a fondo e mi fa piacere), ecco apparire l'allegra banda della Dandini supportata dal gruppo di "Elio e le storie tese" in "posa messicana". Subito dopo arriva Vergassola che recita la famosa citazione di Pulp Fiction: Ezechiele 25.17: "il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre....
E poi eccolo apparire, tanto brutto tanto geniale. Così decido di sollazzarmi ancora un pò prima di andare a letto. Il frutto finale è la rivelazione che il buon Quentin ha intenzione di lustrarci nuovamente gli occhi con la sposa vendicatrice di Kill Bill, e visto che le vuole lasciare almeno 10 meritati anni di pace e tranquillità con il proprio figlio, dovremo aspettare fino al 2014 per riassaporarne le gesta.
Intanto mettetevi comodi.

venerdì 25 settembre 2009

L'ONU sanziona Israele?


E' notizia di lunedì che, una commissione d'inchiesta dell'ONU, ha redatto un indagine estremamente dettagliata sui bombardamenti perpetrati da Israele sulla Striscia di Gaza lo scorso inverno. I risultati di tale ricerca hanno portato alla raccolta di prove inconfutabili contro il governo e le massime cariche militari israeliane; prove che potrebbero portare all'incriminazione dei leader politici Olmert, Livni, Barak, Ashkenazi e dei comandanti che guidarono l'attacco.
Naturalmente la notizia non è stata ripresa dai nostri telegiornali (o almeno non me ne sono accorto...). Logico è che, se fosse stata redatta un'inchiesta contro i palestinesi allora sì...
Come da copione la reazione israeliana è stata dura con la "solita" accusa di antisemitismo che stavolta rischia di cadere nel vuoto. Il perché? Presto detto: a presiedere la commissione ONU, è stato un giudice americano fervente sionista, il sudafricano Richard Goldstein non nuovo a queste inchieste. In passato aveva presieduto anche nelle indagini in Ruanda, Darfur ed ex-Jugoslavia, insomma più ferrato di così....
Ma tutto ciò non basta quando ad essere attaccata è la "civilissima" Israele. Goldstein ha prontamente replicato e difeso il proprio operato sulle colonne del New York Times, da cui ha lanciato un appello di cooperazione ad Israele, Hamas ed hai governi planetari. Goldstein si è rammaricato per la mancata cooperazione di Israele reo di aver ostacolato i lavori della commissione. Sono certo che questi appelli cadranno come sempre nell'oblio.
E l'America che fa? Da buon alleato all'inizio ha temporeggiato ma, alla fine, anche l'amministrazione di Obama ha ceduto alle pressioni sioniste giudicando i lavori della commissione TROPPO FAZIOSI verso Israele. A parte il fatto che non si capisce bene cosa intendano visti i presupposti elencati sopra, c'è da sottolineare che la figlia di Goldstein, intervistata da una emittente radiofonica israeliana, ha sottolineato come la presenza di suo padre abbia "addolcito di molto le conclusioni". Chissà, il fatto che qualche commentatore israeliano abbia chiesto provocatoriamente se Obama permetterà a Goldstein di indagare in Afghanistan e Iraq, non permette sonni tranquilliagli imperialisti... Insomma se neanche le accuse comprovate di crimini di guerra non bastano....
Comunque sembrerebbe che non sia finita qui, e che anche l'ambiguo programma nucleare israeliano sia sotto esame. L'AIEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica), pressata fortemente riguardo al programma nucleare iraniano ha cominciato ad affrontare il problema. Insomma sembra che la forte corazza israeliana cominci ad avere della falle, sarà curioso vedere come si porrà l'America nel caso in cui le accuse prendano corpo.

lunedì 21 settembre 2009

Il mio vicino Totoro


Titolo originale: Tonari no Totoro
Regia : Hayao Miyazaki
Durata : 86’
Origine : Giappone
Anno: 1998

Trama: Per stare il più vicino possibile all'ospedale dove è ricoverata la madre, due sorelline, Mei e Satsuki, ed il loro papà, si trasferiscono in una casa di campagna. Una leggenda dice che il bosco che si trova dietro la casa dove si sono appena trasferite, sia abitato da strane creature... Quando le due bambine vedranno con i loro occhi i Totoro, questo è il nome delle creature, grosse palle di pelo, scopriranno un mondo magico e vivranno dei momenti indimenticabili insieme ai loro nuovi "amici"...

Se avete nostalgia dei cari vecchi cartoni animati in 2d (gli ultimi sono belli ma ancora lontani dalla poetica del disegno a mano), non potete perdervi questo film. Hayao Miyazaki è l'autore dello storico "Conan il ragazzo del futuro", e fin dalle prime tavolozze se ne riconosce la mano. I suoi colori brillanti e la sua mano è pura poesia come tutto il film. Non si può rimanere indifferenti di fronte ai personaggi che animano gli 86 minuti di visione. A partire dalle due sorelline Satsuki e Mei fino ad arrivare al mitico Totoro, spirito buono che può essere visto solo dai bambini e che gli umani percepiscono solo come il passaggio del vento, e il simpatico Gattobus su cui, ne sono certo, anche qualche adulto ci farebbe ben più di un giretto...
Per chi non lo sapesse, Miyazaki ha vinto l'oscar nel 2002 con "La città incantata" altro splendido film d'animazione da recuperare per chi se lo fosse perso. Il suo è cinema allo stato puro in cui la semplicità la fa da padrone, ma questo non vuol dire che i suoi personaggi manchino di profondità ed accuratezza, tutt'altro.
La scena dell'attesa dell'autobus sotto la pioggia, vale da sola il prezzo del biglietto sia per la simpatia che suscita, che per la tenerezza con Totoro impegnato a divertirsi e giocare con le gocce di pioggia che cadono sull'ombrello.
Insomma secondo me è un film da non perdere (specialmente per chi ha dei bambini...).

Voti:
MyMovies: 3,8 / 5
Gli Spietati: 7,5
FilmTV: 5 / 5
Il Cinematografo: 3 / 5
Cinema.it: 4 / 5
35mm: 4 / 5
CinemaDelSilenzio: 6,5
MIO: 8

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